La farina di mais "sponcio" è una vecchia varietà di mais ad impollinazione libera, coltivato nella provincia di Belluno dall'ottocento. La farina che si ottiene possiede caratteristiche nutritive più elevate grazie anche alla tradizionale tecnica molitoria che assicura la presenza delle più importanti vitamine, sali minerali e lipidi vegetali.
L’area classica di produzione e coltivazione (nel passato e attualmente) è la Val Belluna, ma in maniera più tipica e tradizionale la conca feltrina e soprattutto i Comuni di Cesiomaggiore, Feltre, Fonzaso, Seren del Grappa, Pedavena, Arsiè, San Gregorio nelle Alpi.
La farina per polenta ottenuta dal mais sponcio è tradizionalmente presente nella valle feltrina, da quasi due secoli. Sono i caratteri morfologici della cariosside, di forma appuntita che punge le mani dai quali origina l’espressione popolare di “sponcio”, a determinare la peculiarità di questa varietà già descritta nel 1882. Da allora i richiami alla varietà compaiono con sistematicità nelle tabelle tecniche pubblicate da “L’agricoltore bellunese” fino ad arrivare a dettagliate descrizioni tecniche dello Zapparoli nel 1926 e poi da Brandolini nel 1953. Nella memoria degli agricoltori locali è vivo il ricordo dell’alta qualità della farina e delle difficoltà della sgranatura che spesso avveniva a mano.
La farina è ottenuta secondo la tradizione, attraverso la molitura del mais sponcio. Questo è una varietà ad impollinazione libera, caratterizzata dalla conformazione della cariosside che presenta una “punta” tecnicamente definibile come “rostro”, rivolto verso l’apice della spiga. Le spighe sono cilindriche con ranghi disposti regolarmente e colore bianco del tutolo, cariossidi a forma di rostro, di colore aranciato vivo, una consistenza marcatamente vitrea e una forte presenza di caroteni e xantofille. Tra le sue caratteristiche peculiari spicca la vitrosità della cariosside che permette di ottenere una farina per polenta dalle elevate caratteristiche qualitative.
La farina evidenzia un colore giallo-arancio intenso, che permane anche trasformata in polenta, e da cui emanano intensi profumi caratteristici. E’ pratica ammessa dalla tradizione locale, la miscelazione in dosi il 20% con cariossidi delle altre due importanti varietà di mais locali ad impollinazione libera, “fiorentin” e “ungherese”.
Prima di essere lavorato in farina il mais è essiccato con esposizione al sole in idonei graticci, solai e poggioli in legno. Le cariossidi sono macinate secondo la locale tradizione, per l’ottenimento di una farina per polenta dalla grana media (ne troppo fine ne troppo grossolana). La tradizionale farina con mais sponcio, ottenuta dai piccoli molini tradizionali è di due tipi:
- Farina tipo integrale o semi-integrale, con lavorazione a palmenti a pietra. La farina ottenuta presenta la quasi totalità delle parti della cariosside. Essa appare puntinata di porzioni scure, ricca in oli e grassi vegetali e da origine ad una polenta definita in termini positivi come “grassa” e altamente nutritiva.
- Farina a molitura con “cilindri” in cui sono estratti parte del germe e pericarpo. La farina, porta con sé tutta la colorazione e pigmenti delle cariossidi, apparendo di un colore aranciato intenso molto appariscente.
La polenta che si ottiene, cucinata seconda la locale tradizione su paiolo in rame e su fuoco lento a legna, deve essere riversata su un “taier” di legno e come conferito anche dal mais sponcio, deve mantenere la forma del paiolo. Accompagna con successo un gran numero di piatti in particolare formaggio, funghi e affettati.
Noi l’abbiamo trovata nel molino di Tatiana Cesa, una vecchia nostra amica, le cui farine sono rinomate in tutta la vallata per la loro qualità, a Villa di Villa di Mel.
MOLINO CESA DI CESA TATIANA
VIA CASTELLO DI ZUMELLE 22
32026 - MEL (BL)
Tel. 0437747080
venerdì 29 gennaio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
Il pastin di Adriano
Il pastin rappresenta un’importante tradizione della cultura gastronomica della Provincia di Belluno. Il pastin nasce negli anni in cui la macellazione del maiale era un momento di festa, ma anche di necessità, per le comunità contadine che abitavano i paesi della Provincia; anni in cui la cucina era basata su un’alimentazione semplice e “povera”. Tracce bibliografiche del prodotto si trovano ad esempio nella prefazione al libro dello scrittore bellunese Gianluigi Secco: “Polenta e Tocio” edito nel 1972. Comunque, povera non vuol dire assolutamente poco gustosa.
Il pastin è un impasto di carne di suino e bovino, con aggiunta di grasso/lardo, sale, pepe, spezie e aromi vari (chiodi di garofano, aglio, cannella) e vino bianco, che si differenziano leggermente a seconda delle diverse zone di produzione, e dei macellai. Il pastin è un prodotto fresco che si può consumare dopo la preparazione.
Il pastin viene preparato oggi nei laboratori di macelleria. Si tratta di un impasto di carni bovina e suina impastate a mano con l’aggiunta dei suddetti ingredienti e aromi. L’impasto viene successivamente tritato con l’utilizzo di tritacarne con fori di diametro variabile a seconda delle differenti consuetudini. Per tradizione, viene consumato a seguito di cottura alla griglia o in padella e accompagnato da polenta. Secondo noi, uno dei migliori è quello di Adriano Sperandio, che tiene bottega in piazza a Villa di Villa di Mel: lo conosciamo da tanto tempo, e garantiamo sulla sua serietà.
Macelleria Eredi Sperandio Renato Di Sperandio Adriano & C.
Piazza Indipendenza, 6
32026 Mel
Tel.: (+39) 0437747063
Il pastin è un impasto di carne di suino e bovino, con aggiunta di grasso/lardo, sale, pepe, spezie e aromi vari (chiodi di garofano, aglio, cannella) e vino bianco, che si differenziano leggermente a seconda delle diverse zone di produzione, e dei macellai. Il pastin è un prodotto fresco che si può consumare dopo la preparazione.
Il pastin viene preparato oggi nei laboratori di macelleria. Si tratta di un impasto di carni bovina e suina impastate a mano con l’aggiunta dei suddetti ingredienti e aromi. L’impasto viene successivamente tritato con l’utilizzo di tritacarne con fori di diametro variabile a seconda delle differenti consuetudini. Per tradizione, viene consumato a seguito di cottura alla griglia o in padella e accompagnato da polenta. Secondo noi, uno dei migliori è quello di Adriano Sperandio, che tiene bottega in piazza a Villa di Villa di Mel: lo conosciamo da tanto tempo, e garantiamo sulla sua serietà.
Macelleria Eredi Sperandio Renato Di Sperandio Adriano & C.
Piazza Indipendenza, 6
32026 Mel
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martedì 26 gennaio 2010
Il Ristorante di Zigante
L’azienda Zigante, già affermata nella preparazione e nel commercio del tartufo, con l'apertura di questo ristorante situato proprio nel mezzo della valle del Quieto, nella più vasta area boschiva di raccolta che si conosca, intende valorizzare al massimo il prestigioso tartufo bianco istriano.
Accanto al negozio di Levade che oltre al tartufo bianco fresco presenta le confezioni a base di tartufo, con questa iniziativa si intende elevare il centro di raccolta di Levade ad un livello e riconoscimento mondiale.
Il principio e' di offrirlo integro dalla fonte direttamente ai clienti, dal produttore al consumatore, curando la preparazione di piatti tradizionali del luogo arricchiti dal sapore e dal profumo inconfondibili che lo caratterizzano e servendolo quindi affettato. Le specialità della casa, arricchite anche dall'offerta del tartufo nero locale, vengono abbinate ad una scelta di raffinati vini del territorio e delle regioni contermini.
Il tartufo bianco (Tuber Magnatum Pico) e la qualità più pregiata e raggiunge le maggiori dimensioni.
Si tratta di un tartufo dai colori giallomarrone, verde o grigioverde. Il suo odore e il suo aroma, che sono più intensi che nelle altre specie, dipende della pianta con la quale vive in simbiosi.
Viene estratto nel periodo tra ottobre e la fine di dicembre (stagione del tartufo bianco) quando può venir acquistato allo stato fresco. I posti d'estrazione del tartufo in Istria sono situati attorno alla località di Levade, precisamente nei pressi del bosco di Montona e nella valle del fiume Quieto.
C.E.A. TRADE srl
Portoroska 15, Plovanija
52460 Buje – Istria – Croazia
office@zigantetartufi.com
tel. ++385 52 777 409/410
fax. ++385 52 777 111
http://www.zigantetartufi.com/ita/index.php3
Ristorante "Zigante"
Levade 7, 52427 Levade
Tel ++385 52/664-302, Fax ++385 52/664-303
e-mail: restaurantzigante@livadetartufi.com
Accanto al negozio di Levade che oltre al tartufo bianco fresco presenta le confezioni a base di tartufo, con questa iniziativa si intende elevare il centro di raccolta di Levade ad un livello e riconoscimento mondiale.
Il principio e' di offrirlo integro dalla fonte direttamente ai clienti, dal produttore al consumatore, curando la preparazione di piatti tradizionali del luogo arricchiti dal sapore e dal profumo inconfondibili che lo caratterizzano e servendolo quindi affettato. Le specialità della casa, arricchite anche dall'offerta del tartufo nero locale, vengono abbinate ad una scelta di raffinati vini del territorio e delle regioni contermini.
Il tartufo bianco (Tuber Magnatum Pico) e la qualità più pregiata e raggiunge le maggiori dimensioni.
Si tratta di un tartufo dai colori giallomarrone, verde o grigioverde. Il suo odore e il suo aroma, che sono più intensi che nelle altre specie, dipende della pianta con la quale vive in simbiosi.
Viene estratto nel periodo tra ottobre e la fine di dicembre (stagione del tartufo bianco) quando può venir acquistato allo stato fresco. I posti d'estrazione del tartufo in Istria sono situati attorno alla località di Levade, precisamente nei pressi del bosco di Montona e nella valle del fiume Quieto.
C.E.A. TRADE srl
Portoroska 15, Plovanija
52460 Buje – Istria – Croazia
office@zigantetartufi.com
tel. ++385 52 777 409/410
fax. ++385 52 777 111
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Ristorante "Zigante"
Levade 7, 52427 Levade
Tel ++385 52/664-302, Fax ++385 52/664-303
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lunedì 25 gennaio 2010
Avio, un comune che sa salvaguardare la tradizione
Il territorio di Avio, per sua natura, è da sempre un'area che basa la sua economia sulle attività agricole e zootecniche. Basta uno sguardo, anche superficiale, a questo tratto di Vallagarina per rendersi immediatamente conto di come la coltura della vite sia il fattore trainante di un'economia che affonda le sue radici in un'antica tradizione.
Attorno alla viticoltura sono nate decine di realtà produttive che si sono sviluppate a partire dal forte retroterra di conoscenze storicamente sedimentate nella cultura materiale del luogo, ma hanno anche saputo applicare con sapienza le più moderne tecniche di trasformazione dei loro prodotti, tanto da raggiungere punte di eccellenza di rilevanza nazionale. Il binomio tradizione e innovazione che caratterizza la produzione vinicola, informa anche il florido settore dell'allevamento: sulle ampie radure del Monte Baldo si è andata sviluppando una significativa realtà dell'alpeggio che trova una simmetrica corrispondenza negli allevamenti più industrializzati del fondovalle. L'economia di Avio risente in maniera significativa anche della presenza dei vicini distretti industriali: la presenza delle grandi infrastrutture di servizio, come il casello dell'A.22; ha favorito la nascita di una rete di piccole e medie aziende che si sono sviluppate nei settori dell'industria, dell'artigianato e del commercio, guadagnando una apprezzata presenza sui mercati grazie a prodotti di qualità. In crescita anche il settore terziario legato allo sviluppo di un turismo culturale e ricreativo, sul modello altoatesino, che si sta velocemente affermando.
Subito dopo la crisi della fillossera, ben presto tutte le vigne furono sostituite con quelle su “piede” americano. Solo nei terreni sabbiosi lungo l’Adige si salvarono delle piante di lambrusco a foglia frastagliata che un tempo si chiamava ambrusca e ora enantio.
Delle viti autoctone che rappresentano un monumento alla viticoltura precedente alla fillossera perché giunte a noi con radici proprie.
Col tempo queste vigne sono state sostituite quasi ovunque, qualche filare esiste ancora, ma solo nella campagna di Avio è possibile trovarne un campo ancora integro e produttivo, quattro lunghe pergole più che centenarie di “enantio storico franco di piede” distese su quasi 7.000 metri quadrati di terreno.
La Cantina sociale di Avio, e la comunità, considerano questo vigneto un patrimonio culturale comune.
Attorno alla viticoltura sono nate decine di realtà produttive che si sono sviluppate a partire dal forte retroterra di conoscenze storicamente sedimentate nella cultura materiale del luogo, ma hanno anche saputo applicare con sapienza le più moderne tecniche di trasformazione dei loro prodotti, tanto da raggiungere punte di eccellenza di rilevanza nazionale. Il binomio tradizione e innovazione che caratterizza la produzione vinicola, informa anche il florido settore dell'allevamento: sulle ampie radure del Monte Baldo si è andata sviluppando una significativa realtà dell'alpeggio che trova una simmetrica corrispondenza negli allevamenti più industrializzati del fondovalle. L'economia di Avio risente in maniera significativa anche della presenza dei vicini distretti industriali: la presenza delle grandi infrastrutture di servizio, come il casello dell'A.22; ha favorito la nascita di una rete di piccole e medie aziende che si sono sviluppate nei settori dell'industria, dell'artigianato e del commercio, guadagnando una apprezzata presenza sui mercati grazie a prodotti di qualità. In crescita anche il settore terziario legato allo sviluppo di un turismo culturale e ricreativo, sul modello altoatesino, che si sta velocemente affermando.
Subito dopo la crisi della fillossera, ben presto tutte le vigne furono sostituite con quelle su “piede” americano. Solo nei terreni sabbiosi lungo l’Adige si salvarono delle piante di lambrusco a foglia frastagliata che un tempo si chiamava ambrusca e ora enantio.
Delle viti autoctone che rappresentano un monumento alla viticoltura precedente alla fillossera perché giunte a noi con radici proprie.
Col tempo queste vigne sono state sostituite quasi ovunque, qualche filare esiste ancora, ma solo nella campagna di Avio è possibile trovarne un campo ancora integro e produttivo, quattro lunghe pergole più che centenarie di “enantio storico franco di piede” distese su quasi 7.000 metri quadrati di terreno.
La Cantina sociale di Avio, e la comunità, considerano questo vigneto un patrimonio culturale comune.
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Graffignana, sui colli tra Lodi e Milano
Graffignana è un piccolo paese in provincia di Lodi, conta circa 2600 abitanti. E' situato tra i colli di San Colombano e le morbide anse del fiume Lambro
Nella storia è stato possedimento dei monaci certosini e nel suo stemma spicca la scritta GRACAR, abbreviazione di Gratiarun Carthusia, acronimo riportato anche nel vestibolo della Certosa di Pavia.
A sud del comune di Graffignana cominciano le colline suddivise in tre sezioni: colline di Graffignana, colline di San Colombano al Lambro e colline di Miradolo Terme. Le colline graffignanine sono le maggiori per estensione pur essendo meno rinomate.
L'agricoltura prospera in una decina di aziende, anche con allevamenti di bestiame; da citare un allevamento di selvaggina a Villa Petrarca, sulla collina di Graffignana.
A Graffignana l'industria si è sviluppata soprattutto nel settore meccanico, con numerose imprese minori e di medie dimensioni specializzate. Una discreta attività edilizia ed una popolazione in moderata crescita fanno di Graffignana un centro in espansione.
Ricordo che abbiamo dormito in una cascina: la Porchirola è una piccola azienda agricola a conduzione famigliare e rispecchia pienamente le caratteristiche tipiche della civiltà rurale lodigiana. Il servizio di ristorazione, funzionante nel fine settimana e nei giorni festivi (é gradita la prenotazione), dispone di due sale per un totale di 70 posti ed offre piatti tipici e casalinghi, realizzati esclusivamente con prodotti aziendali o provenienti da altre aziende agricole locali. L’agriturismo, che dista solo 15 km dalla Città di Lodi, dispone anche di 10 camere da letto, confortevoli, con servizi privati e TV. La capienza massima è di 30 ospiti. Al pernottamento è possibile associare il servizio di prima colazione e/o cena.
Cascina Porchirola,
Graffignana 26813 (LO), Lombardia - Italia
Telefono: 0371209081
Fax: 0371209081
agri.porchirola@libero.it
Nella storia è stato possedimento dei monaci certosini e nel suo stemma spicca la scritta GRACAR, abbreviazione di Gratiarun Carthusia, acronimo riportato anche nel vestibolo della Certosa di Pavia.
A sud del comune di Graffignana cominciano le colline suddivise in tre sezioni: colline di Graffignana, colline di San Colombano al Lambro e colline di Miradolo Terme. Le colline graffignanine sono le maggiori per estensione pur essendo meno rinomate.
L'agricoltura prospera in una decina di aziende, anche con allevamenti di bestiame; da citare un allevamento di selvaggina a Villa Petrarca, sulla collina di Graffignana.
A Graffignana l'industria si è sviluppata soprattutto nel settore meccanico, con numerose imprese minori e di medie dimensioni specializzate. Una discreta attività edilizia ed una popolazione in moderata crescita fanno di Graffignana un centro in espansione.
Ricordo che abbiamo dormito in una cascina: la Porchirola è una piccola azienda agricola a conduzione famigliare e rispecchia pienamente le caratteristiche tipiche della civiltà rurale lodigiana. Il servizio di ristorazione, funzionante nel fine settimana e nei giorni festivi (é gradita la prenotazione), dispone di due sale per un totale di 70 posti ed offre piatti tipici e casalinghi, realizzati esclusivamente con prodotti aziendali o provenienti da altre aziende agricole locali. L’agriturismo, che dista solo 15 km dalla Città di Lodi, dispone anche di 10 camere da letto, confortevoli, con servizi privati e TV. La capienza massima è di 30 ospiti. Al pernottamento è possibile associare il servizio di prima colazione e/o cena.
Cascina Porchirola,
Graffignana 26813 (LO), Lombardia - Italia
Telefono: 0371209081
Fax: 0371209081
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domenica 24 gennaio 2010
L’avventura del Bar allo Sportivo
Siamo a San Canzian d’Isonzo: Roberto Manera ci dice di andare a quel bar, perché ci sono alcuni spuntini, ma il solito non capisce le indicazioni e andiamo dritti nell’altro bar (notare che ce ne sono due, ma tant’è). Finito di mangiare il toast, dopo precedente spuntino al Principato di Bean, fumo tranquillo una sigaretta e mi vedo arrivare una signora che mi fa notare l’errore.
Trasloco veloce e andiamo a vedere e sentire: il bar è stato aperto nel 1930 dal nonno del marito di Nevia, così si chiama la signora, come trattoria. Dopo varie gestioni, quattro anni fa l’ha ripreso Federica, l’attuale titolare, nonché figlia di Nevia.
Nevia, ha una particolarità, che le piave cucinare:dal pane fatto in casa come una volta, anche condito con kummel, semi papavero, sesamo e così via ai primi piatti. Le riescono benei primi piatti, gnocchi e pasticcio, ma anche con i secondi non scherza. Il bacalà è eccezionale: lascia un po’ di pelle bianca per renderlo migliore e per legare gli elementi, ci mette quattro o cinque acciughe pestate, olio, e lo cuoce piano piano, 4 ore, sulla cucina economica.
E poi c’è da sbizzarrirsi: omelettes con spinaci, mozzarella, prosciutto. E il brodetto di pesce con la polenta, frittate varie e dolciumi in genere, con le mele e la birra che danno leggerezza. Figurarsi se non facevamo il terzo spuntino.
Trasloco veloce e andiamo a vedere e sentire: il bar è stato aperto nel 1930 dal nonno del marito di Nevia, così si chiama la signora, come trattoria. Dopo varie gestioni, quattro anni fa l’ha ripreso Federica, l’attuale titolare, nonché figlia di Nevia.
Nevia, ha una particolarità, che le piave cucinare:dal pane fatto in casa come una volta, anche condito con kummel, semi papavero, sesamo e così via ai primi piatti. Le riescono benei primi piatti, gnocchi e pasticcio, ma anche con i secondi non scherza. Il bacalà è eccezionale: lascia un po’ di pelle bianca per renderlo migliore e per legare gli elementi, ci mette quattro o cinque acciughe pestate, olio, e lo cuoce piano piano, 4 ore, sulla cucina economica.
E poi c’è da sbizzarrirsi: omelettes con spinaci, mozzarella, prosciutto. E il brodetto di pesce con la polenta, frittate varie e dolciumi in genere, con le mele e la birra che danno leggerezza. Figurarsi se non facevamo il terzo spuntino.
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sabato 23 gennaio 2010
Cultura in cantina: nuova serata a casa Ferrin
L’ Azienda Agricola FERRIN e l’Associazione Culturale "IL CIAVEDÂL" presentano venerdì
29 GENNAIO 2010 alle ore 20.30 il libro di Massimiliano Santarossa GIOVENTU’ D’ASFALTO, presso la sede dell’azienda Agricola in Località Casali Maione, 8, a Bugnins di Camino al Tagliamento, in provincia di Udine. Fabiola e Paolo Ferrin continuano ad unire vino e cultura, un binomio che, a nordest, deve ancora crescere.
La serata sarà presentata da Mauro Missana, direttore di Radio Onde Furlane. Al termine ci sarà un momento conviviale
MASSIMILIANO SANTAROSSA è nato nel 1974 a Villanova (Pordenone). E' scrittore ed editor. Da giovanissimo inizia a lavorare in falegnameria, poi come operaio in una fabbrica di materie plastiche. Dal 1995 lavora alla Biblioteca dell'Immagine.
E' autore dei libri “Storie dal fondo” (2007) e “Gioventù d'asfalto” (2009), entrambi editi da Biblioteca dell'Immagine.
Ha vinto il Premio Letterario “Parole Contro” nel 2008 e ha ricevuto la menzione speciale del Premio Letterario Nazionale “Tracce di Territorio” nel 2009.
Suoi racconti vengono rappresentati a teatro, e pubblicati in diverse riviste letterarie, antologie e quotidiani. E' considerato uno dei giovani scrittori italiani più promettenti.
Noi, figli di periferia
«I nostri padri lottavano,
per dar vita ai sogni.
La mia generazione vive,
per ammazzare la paura».
Gioventù d'asfalto è come un bisturi che entra diretto nella carne e nell'anima delle giovani generazioni.
È un libro che svela segreti, che svela cosa accade dietro gli angoli dei bei palazzi. Cosa avviene all'ombra delle nostre piazze.
È un libro che svela chi sono e come sono i ragazzi di ieri e quelli di oggi. Senza censure.
Storie vere d'una generazione viva, che corre sopra strade difficili, dentro notti senza fine, tra esagerazioni e avventure. Un ritratto unico, forte, vero, per raccontare i figli delle nostre periferie.
In questo libro Santarossa ripercorre le storie di vita di un gruppo di ragazzi del Branco, descrivendo la periferia del Nordest attraverso la voce della sua generazione. Niente narrativa, solo vita vera, vissuta, dura.
Località Casali Maione, 8
33030 Camino al Tagliamento
Udine
Tel. +39.0.432.919106
Fax +39.0.432.919949
info@ferrin.it
http://www.ferrin.it/
29 GENNAIO 2010 alle ore 20.30 il libro di Massimiliano Santarossa GIOVENTU’ D’ASFALTO, presso la sede dell’azienda Agricola in Località Casali Maione, 8, a Bugnins di Camino al Tagliamento, in provincia di Udine. Fabiola e Paolo Ferrin continuano ad unire vino e cultura, un binomio che, a nordest, deve ancora crescere.
La serata sarà presentata da Mauro Missana, direttore di Radio Onde Furlane. Al termine ci sarà un momento conviviale
MASSIMILIANO SANTAROSSA è nato nel 1974 a Villanova (Pordenone). E' scrittore ed editor. Da giovanissimo inizia a lavorare in falegnameria, poi come operaio in una fabbrica di materie plastiche. Dal 1995 lavora alla Biblioteca dell'Immagine.
E' autore dei libri “Storie dal fondo” (2007) e “Gioventù d'asfalto” (2009), entrambi editi da Biblioteca dell'Immagine.
Ha vinto il Premio Letterario “Parole Contro” nel 2008 e ha ricevuto la menzione speciale del Premio Letterario Nazionale “Tracce di Territorio” nel 2009.
Suoi racconti vengono rappresentati a teatro, e pubblicati in diverse riviste letterarie, antologie e quotidiani. E' considerato uno dei giovani scrittori italiani più promettenti.
Noi, figli di periferia
«I nostri padri lottavano,
per dar vita ai sogni.
La mia generazione vive,
per ammazzare la paura».
Gioventù d'asfalto è come un bisturi che entra diretto nella carne e nell'anima delle giovani generazioni.
È un libro che svela segreti, che svela cosa accade dietro gli angoli dei bei palazzi. Cosa avviene all'ombra delle nostre piazze.
È un libro che svela chi sono e come sono i ragazzi di ieri e quelli di oggi. Senza censure.
Storie vere d'una generazione viva, che corre sopra strade difficili, dentro notti senza fine, tra esagerazioni e avventure. Un ritratto unico, forte, vero, per raccontare i figli delle nostre periferie.
In questo libro Santarossa ripercorre le storie di vita di un gruppo di ragazzi del Branco, descrivendo la periferia del Nordest attraverso la voce della sua generazione. Niente narrativa, solo vita vera, vissuta, dura.
Località Casali Maione, 8
33030 Camino al Tagliamento
Udine
Tel. +39.0.432.919106
Fax +39.0.432.919949
info@ferrin.it
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A Pieve di Soligo consigliano prodotti… siciliani
Abbiamo incontrato Enzo della Gastronomia Sapori Mediterranei e, fra una parola e l’altra, ci ha decantato i prodotti di Pachinoe della ditta Campisi. Questa ditta opera da ben cinque generazioni: la loro dedizione è ben ripagata perché i prodotti continuano ad essere apprezzati da gastronomi di fama mondiale e dalle migliori riviste specializzate nel settore.
Per meglio rispondere alle esigenze della loro ricercata clientela, hanno realizzato un nuovo laboratorio (conforme alle normative vigenti Europee), che garantisce una maggiore produzione ed un costante controllo che viene effettuato sulla igiene e sulla sterilizzazione degli alimenti (HACCP).
Le proprietà pedoclimatiche del territorio di Pachino, hanno permesso al pomodorino Ciliegino di ottenere l’IGP a tutela della provenienza del prodotto; e loro, innamorati come hanno deciso di valorizzarlo, realizzando una sezione dedicata esclusivamente all’”Oro Rosso di Sicilia”.
Vogliono ringraziare quanti hanno permesso ai loro prodotti di arrivare sulle tavole di tutto il mondo e quanti, apprezzando gli antichi sapori e profumi della loro terra, li spronano a migliorare sempre di più.
Ad esempio, parliamo di ventresca. La VENTRESCA di tonno rosso -Thunnus Thynnus- (la particolare specie di tonno che popola il Mare Mediterraneo) si ottiene lavorando la parte più morbida e pastosa del tonno: rappresenta una vera e propria ghiottoneria per la cultura gastronomica marinara. Il TONNO ROSSO del Mediterraneo, grazie alle sue preziose proprietà nutritive, è consigliato in tutto il mondo per "la vera dieta mediterranea". La carne di colore rosa chiaro dell'ALALUNGA, che fa sempre parte della famiglia del tonno,ha minor contenuto di sostanze grasse. La RICCIOLA, considerata la regina del mare per il suo aspetto maestoso ed elegante, ha una carne eccellente, magra e di sapore delicato. Nelle varietà Cotti a Vapore la carne sana ed ottima può essere inserita sia nell'alimentazione dei bambini che nelle diete ricostituenti e gustata anche da coloro che, pur soffrendo di ipertensione, non vogliono rinunciare ai piaceri della tavola. Ideali per i condimenti, grazie alla loro consistenza tenera che si amalgama perfettamente con i soffritti.
Ditta Salvatore Campisi
Marzamemi (SR)
http://www.specialitadelmediterraneo.it
tel.-fax 0931.781069 cell.: 393.4673313
Per meglio rispondere alle esigenze della loro ricercata clientela, hanno realizzato un nuovo laboratorio (conforme alle normative vigenti Europee), che garantisce una maggiore produzione ed un costante controllo che viene effettuato sulla igiene e sulla sterilizzazione degli alimenti (HACCP).
Le proprietà pedoclimatiche del territorio di Pachino, hanno permesso al pomodorino Ciliegino di ottenere l’IGP a tutela della provenienza del prodotto; e loro, innamorati come hanno deciso di valorizzarlo, realizzando una sezione dedicata esclusivamente all’”Oro Rosso di Sicilia”.
Vogliono ringraziare quanti hanno permesso ai loro prodotti di arrivare sulle tavole di tutto il mondo e quanti, apprezzando gli antichi sapori e profumi della loro terra, li spronano a migliorare sempre di più.
Ad esempio, parliamo di ventresca. La VENTRESCA di tonno rosso -Thunnus Thynnus- (la particolare specie di tonno che popola il Mare Mediterraneo) si ottiene lavorando la parte più morbida e pastosa del tonno: rappresenta una vera e propria ghiottoneria per la cultura gastronomica marinara. Il TONNO ROSSO del Mediterraneo, grazie alle sue preziose proprietà nutritive, è consigliato in tutto il mondo per "la vera dieta mediterranea". La carne di colore rosa chiaro dell'ALALUNGA, che fa sempre parte della famiglia del tonno,ha minor contenuto di sostanze grasse. La RICCIOLA, considerata la regina del mare per il suo aspetto maestoso ed elegante, ha una carne eccellente, magra e di sapore delicato. Nelle varietà Cotti a Vapore la carne sana ed ottima può essere inserita sia nell'alimentazione dei bambini che nelle diete ricostituenti e gustata anche da coloro che, pur soffrendo di ipertensione, non vogliono rinunciare ai piaceri della tavola. Ideali per i condimenti, grazie alla loro consistenza tenera che si amalgama perfettamente con i soffritti.
Ditta Salvatore Campisi
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giovedì 21 gennaio 2010
L’Oleificio Andreassi
Se a partire dalle regioni più meridionali in Italia la coltivazione dell'olivo si sviluppa nel IV-III sec. a.C., in Abruzzo, viste le favorevoli condizioni pedoclimatiche, questa coltura non tarda ad affermarsi. Le prime tracce della vocazione olivicola dell'Abruzzo risalgono al periodo della dominazione romana quando le misure protezionistiche adottate da Roma favoriscono una espansione dell'olivicoltura ed anche dell'industria olearia:
Qui, in provincia di Chieti, tra l'Adriatico e la Maiella, in una zona di dolci colline, sorge il piccolo centro agricolo di Poggiofiorito, dove da 5 generazioni la famiglia Andreassi produce con cura ed amore uno squisito olio extra vergine di oliva ottenuto per sgocciolamento naturale a freddo (metodo Sinolea) da ulive raccolte a mano, come vuole la migliore tradizione frantoiana.
Da ben cinque generazioni l'olio extra vergine di oliva prodotto dalla famiglia Andreassi è presente sul mercato nazionale ed internazionale con il proprio marchio "del Poggio" che garantisce la genuinità e l'ottima qualità del prodotto e soprattutto è garanzia di olio extra vergine di oliva che "non ha segreti":
Nel 1953 il Signor Nicola Andreassi (classe 1900) ricordava il centenario della nascita del frantoio (anche allora ubicato in una parte dell'attuale stabilimento) grazie all'opera iniziata 100 anni prima dal suo bisnonno. Oggi la famiglia Andreassi produce esclusivamente olio extra vergine di oliva ottenuto per sgocciolamento naturale a freddo (metodo Sinolea) con olive selezionate di varietà Leccino, Gentile, Frantoio e Muraiolo, raccolte a mano da produttori attenti e qualificati. L'olio, una volta lavorato, viene quindi confezionato.
Telefono e Fax
0871 930124
Piazza S. Matteo, 6 - 66030 POGGIOFIORITO (CH)
E-mail: andreassi@olioandreassi.it
http://www.olioandreassi.it/
Qui, in provincia di Chieti, tra l'Adriatico e la Maiella, in una zona di dolci colline, sorge il piccolo centro agricolo di Poggiofiorito, dove da 5 generazioni la famiglia Andreassi produce con cura ed amore uno squisito olio extra vergine di oliva ottenuto per sgocciolamento naturale a freddo (metodo Sinolea) da ulive raccolte a mano, come vuole la migliore tradizione frantoiana.
Da ben cinque generazioni l'olio extra vergine di oliva prodotto dalla famiglia Andreassi è presente sul mercato nazionale ed internazionale con il proprio marchio "del Poggio" che garantisce la genuinità e l'ottima qualità del prodotto e soprattutto è garanzia di olio extra vergine di oliva che "non ha segreti":
Nel 1953 il Signor Nicola Andreassi (classe 1900) ricordava il centenario della nascita del frantoio (anche allora ubicato in una parte dell'attuale stabilimento) grazie all'opera iniziata 100 anni prima dal suo bisnonno. Oggi la famiglia Andreassi produce esclusivamente olio extra vergine di oliva ottenuto per sgocciolamento naturale a freddo (metodo Sinolea) con olive selezionate di varietà Leccino, Gentile, Frantoio e Muraiolo, raccolte a mano da produttori attenti e qualificati. L'olio, una volta lavorato, viene quindi confezionato.
Telefono e Fax
0871 930124
Piazza S. Matteo, 6 - 66030 POGGIOFIORITO (CH)
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La Stazione di Salice
La Stazione di Salice, nata dal recupero della vecchia stazione ferroviaria di Salice Terme, è il punto di arrivo e di partenza per un viaggio gastronomico che attraversa l’Italia, in un itinerario nel gusto che permette di esplorare e recuperare i sapori autentici di un tempo e incontrare le ricette più tipiche della tradizione. Viaggiare in armonia con la natura seguendo i ritmi delle stagioni e riconnettere la gente al buon cibo: la filosofia che sta alla base di Stazione di Salice è il desiderio di ampliare la conoscenza e la consapevolezza e di formare i suoi clienti perché diventino veri viaggiatori nel gusto. Quella proposta sugli scaffali della Bottega è una selezione di prodotti artigianali freschi e conservati, scelti per le loro caratteristiche di gusto e qualità, per il loro stretto legame con il territorio d’origine, e per l’utilizzo di metodiche di lavorazione e preparazione tradizionali. E, per consentire la massima visibilità di quanto offerti, confezionano le specialità in contenitori completamente trasparenti, che mettano in risalto il prodotto in ogni sua forma, colore e consistenza. Si possono apprezzare i valori di qualità e le migliori caratteristiche organolettiche dei prodotti già con il primo senso: la vista. La Locanda della Stazione di Salice, nel rispetto della sua natura originaria, evoca tradizione, sapori e antica ospitalità.
E’ il luogo ideale per “gustare” al meglio una piacevole parentesi di tranquillità, immersi nel verde dell’Oltrepò Pavese, ospitati in un contesto originale a due passi dalle località termali.
La Stazione di Salice, un tempo crocevia di persone e merci, quindi di continui scambi di idee e culture, offre oggi la possibilità di lasciarsi andare ad un viaggio diverso, un viaggio nei sapori più autentici e ricchi proprio perché più semplici. In un itinerario nel gusto dove il piacere di un buon piatto viaggia assieme al piacere della scoperta, al recupero dei ritmi della natura, dei prodotti che ci offrono le stagioni, delle tipicità italiane che ci caratterizzano ma che col passare del tempo sono state dimenticate.
La Stazione Dei Sapori S.r.l. - viale Diviani, 7 - 27055 - Rivanazzano (PV)
Località Salice Terme
http://www.lastazionedisalice.it/
E’ il luogo ideale per “gustare” al meglio una piacevole parentesi di tranquillità, immersi nel verde dell’Oltrepò Pavese, ospitati in un contesto originale a due passi dalle località termali.
La Stazione di Salice, un tempo crocevia di persone e merci, quindi di continui scambi di idee e culture, offre oggi la possibilità di lasciarsi andare ad un viaggio diverso, un viaggio nei sapori più autentici e ricchi proprio perché più semplici. In un itinerario nel gusto dove il piacere di un buon piatto viaggia assieme al piacere della scoperta, al recupero dei ritmi della natura, dei prodotti che ci offrono le stagioni, delle tipicità italiane che ci caratterizzano ma che col passare del tempo sono state dimenticate.
La Stazione Dei Sapori S.r.l. - viale Diviani, 7 - 27055 - Rivanazzano (PV)
Località Salice Terme
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mercoledì 20 gennaio 2010
A San Canzian d'Isonzo, all'Ostaria Bepi Meo, inizia il 2010 dei Borghi Europei del Gusto
Il 2010 è iniziato con una manifestazione che il Cenacolo del Gusto della Bisiacaria dell'Associazione L'Altratavola ha voluto organizzare in collaborazione con l'Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto a San Canzian d'Isonzo, presso l'Osteria Bepi Meo di Bruno Tirel.
Nella mattinata di mercoledì 13 gennaio, i giornalisti e i comunicatori ospiti dell'evento, hanno realizzato delle Visite Gustose a Palazzo de Fabris a Begliano ( ivi accolti da Paolo Zorzet), all'Agriturismo Principato di Bean di Mersia Zorzet (si tratta di un agriturismo, con molto della frasca. Lei lo ha aperto perché il popolo si senta a proprio agio. La mattina è molto ben frequentato, anche se ultimamente si avverta il panico da “ombre”, vedi patenti ritirate. Al banco si può accompagnare il bicchiere di vino con delle tartine -crodeghin, affettati-, o con del salame con asedo e sevola. Se si vuole mangiare, a mezzogiorno o a sera, ci sono cotechini, cevapcici, patate e sevole -cipolle-, in tecia. Lei è molto espansiva, e sa quel che vuole: lo si vede bene dalla frequentazione del locale, abbastanza rustico ma accogliente), al Garden Mondo Fiorito e al Bar degli Sportivi a San Canzian, ove Nevia e i suoi familiari hanno interpretato una colazione di lavoro con assaggi e cicchetti davvero sontuosi (le frittate, le polpette di tonno e acciughe, e quant'altro....)!
La serata all'Ostaria da Bepi Meo si è aperta con una conferenza stampa di presentazione delle iniziative di informazione che verranno realizzate nel corso del 2010. Sergio Cosolo, consigliere delegato al Turismo, è intervenuto a nome della Civica Amministrazione, per sottolineare la positività della collaborazione che si è instaurata con l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e per presentare le iniziative del 2010 nel settore dei Gemellaggi e dei rapporti Internazionali.
Bruno Sganga, giornalista ed enogastronomo, ha insistito sulla necessità di far ripartire la 'buona informazione' dalle realtà locali, al di fuori dei riti consunti di tanta enogastronomia di casa nostra." Per fare questo - ha osservato- occorre attivare progetti e iniziative di informazione basati sulla partecipazione diretta dei diversi soggetti, pubblici e privati, che operano nelle comunità locali".
La parola è poi passata alla cucina di Bruno. La serata ha avuto come capisaldi enogastronomici la gallina di 'casada' e il maiale. I piatti che si sono succeduti sono stati un crescendo musicale attorno al tema principale.
"Credo che la gallina possa diventare - ha detto un emozionato Bruno Tirel, nume tutelare dell'Ostaria Bepi Meo- una delle specialità per le quali San Canzian d'Isonzo possa essere identificato nella cartina enogastronomica della nostra regione e dell'Italia".
A convivio era rappresentato uno scampolo davvero notevole delle energie imprenditoriali della Bisiacaria.
Paolo Zorzet con i vini della sua Azienda Vitivinicola (la produzione è diversificata: oltre a granaglie, frutta e ortaggi, Zorzet si distingue infatti per la produzione di ottimi vini Doc e da tavola); Roberto Manera, macellaio e ottimo produttore di salumi artigianali (è grazie al suo impegno e a quello di Bruno Tirel che queste iniziative sono nate); la famiglia Signorelli del Garden Mondo Fiorito (dove gli spazi sono ampi, gli assortimenti di prima qualità e il personale altamente qualificato. Mondo Fiorito si sviluppa su una superficie di 3.000 metri quadrati, di cui 1.200 dedicati al vivaio: tantissime piante, il giardinaggio, i vasi, i concimi, i terricci, i prodotti per la cura e la difesa del verde, un reparto PET eccezionalmente fornito, l'oggettistica e le idee regalo e numerose iniziative );
Dario Lorenzon dell'Azienda Agricola Arcangelo Lorenzon, con i suoi vini; l'Azienda Agricola Frate Orazio e Thomas di Isola Morosini (è tutto latte vaccino quello che lavora, prodotto all’interno dell’azienda: si parla di circa 10 quintali al giorno. Le vacche sono di razza pezzate rosse, che danno un latte di qualità superiore, molto proteico.
Dal latte nascono poi i formaggi nel caseificio aziendale: caciotte, crescenza, mozzarelle, caciotte speziate, tomini, ricotta. In pratica, formaggi freschi, di qualità); il miele di Denis Zorzet di Begliano e l'azienda zootecnica di Nevio Russi.
Dall'Istria Croata è giunto a portare la propria testimonianza il signor Cavalera, 'grande' capo del Prosciuttificio Pitip di Salvore, con le sue delizie (primo fra tutti un prosciutto,il Violino di Umago). Cavalera, originario di Staranzano, ha proposto anche l'ultimo arrivato, il Saluto Istriano, un nuovo salume ottenuto utilizzando le parti nobili non diversamente utili: ne viene fuori un insaccato, a forma di cuore, di due diverse dimensioni, lavorato sul tipo della sopressa veneta.
La cena è stata accompagnata dal pane di Maurizio Clemente, artigiano fornaio in quel di Turriaco.
Chiara Meriani, giornalista di viaggio di Trieste, ha poi presentato le peculiarità ambientali e storiche del Comune di Sgonico, che è stato recentemente inserito nella rete dei Borghi Europei del Gusto. Matej Skerlj ha parlato dei prodotti tipici di questo borgo del Carso, che possono essere degustati presso la storica trattoria di famiglia.
Nella mattinata di mercoledì 13 gennaio, i giornalisti e i comunicatori ospiti dell'evento, hanno realizzato delle Visite Gustose a Palazzo de Fabris a Begliano ( ivi accolti da Paolo Zorzet), all'Agriturismo Principato di Bean di Mersia Zorzet (si tratta di un agriturismo, con molto della frasca. Lei lo ha aperto perché il popolo si senta a proprio agio. La mattina è molto ben frequentato, anche se ultimamente si avverta il panico da “ombre”, vedi patenti ritirate. Al banco si può accompagnare il bicchiere di vino con delle tartine -crodeghin, affettati-, o con del salame con asedo e sevola. Se si vuole mangiare, a mezzogiorno o a sera, ci sono cotechini, cevapcici, patate e sevole -cipolle-, in tecia. Lei è molto espansiva, e sa quel che vuole: lo si vede bene dalla frequentazione del locale, abbastanza rustico ma accogliente), al Garden Mondo Fiorito e al Bar degli Sportivi a San Canzian, ove Nevia e i suoi familiari hanno interpretato una colazione di lavoro con assaggi e cicchetti davvero sontuosi (le frittate, le polpette di tonno e acciughe, e quant'altro....)!
La serata all'Ostaria da Bepi Meo si è aperta con una conferenza stampa di presentazione delle iniziative di informazione che verranno realizzate nel corso del 2010. Sergio Cosolo, consigliere delegato al Turismo, è intervenuto a nome della Civica Amministrazione, per sottolineare la positività della collaborazione che si è instaurata con l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e per presentare le iniziative del 2010 nel settore dei Gemellaggi e dei rapporti Internazionali.
Bruno Sganga, giornalista ed enogastronomo, ha insistito sulla necessità di far ripartire la 'buona informazione' dalle realtà locali, al di fuori dei riti consunti di tanta enogastronomia di casa nostra." Per fare questo - ha osservato- occorre attivare progetti e iniziative di informazione basati sulla partecipazione diretta dei diversi soggetti, pubblici e privati, che operano nelle comunità locali".
La parola è poi passata alla cucina di Bruno. La serata ha avuto come capisaldi enogastronomici la gallina di 'casada' e il maiale. I piatti che si sono succeduti sono stati un crescendo musicale attorno al tema principale.
"Credo che la gallina possa diventare - ha detto un emozionato Bruno Tirel, nume tutelare dell'Ostaria Bepi Meo- una delle specialità per le quali San Canzian d'Isonzo possa essere identificato nella cartina enogastronomica della nostra regione e dell'Italia".
A convivio era rappresentato uno scampolo davvero notevole delle energie imprenditoriali della Bisiacaria.
Paolo Zorzet con i vini della sua Azienda Vitivinicola (la produzione è diversificata: oltre a granaglie, frutta e ortaggi, Zorzet si distingue infatti per la produzione di ottimi vini Doc e da tavola); Roberto Manera, macellaio e ottimo produttore di salumi artigianali (è grazie al suo impegno e a quello di Bruno Tirel che queste iniziative sono nate); la famiglia Signorelli del Garden Mondo Fiorito (dove gli spazi sono ampi, gli assortimenti di prima qualità e il personale altamente qualificato. Mondo Fiorito si sviluppa su una superficie di 3.000 metri quadrati, di cui 1.200 dedicati al vivaio: tantissime piante, il giardinaggio, i vasi, i concimi, i terricci, i prodotti per la cura e la difesa del verde, un reparto PET eccezionalmente fornito, l'oggettistica e le idee regalo e numerose iniziative );
Dario Lorenzon dell'Azienda Agricola Arcangelo Lorenzon, con i suoi vini; l'Azienda Agricola Frate Orazio e Thomas di Isola Morosini (è tutto latte vaccino quello che lavora, prodotto all’interno dell’azienda: si parla di circa 10 quintali al giorno. Le vacche sono di razza pezzate rosse, che danno un latte di qualità superiore, molto proteico.
Dal latte nascono poi i formaggi nel caseificio aziendale: caciotte, crescenza, mozzarelle, caciotte speziate, tomini, ricotta. In pratica, formaggi freschi, di qualità); il miele di Denis Zorzet di Begliano e l'azienda zootecnica di Nevio Russi.
Dall'Istria Croata è giunto a portare la propria testimonianza il signor Cavalera, 'grande' capo del Prosciuttificio Pitip di Salvore, con le sue delizie (primo fra tutti un prosciutto,il Violino di Umago). Cavalera, originario di Staranzano, ha proposto anche l'ultimo arrivato, il Saluto Istriano, un nuovo salume ottenuto utilizzando le parti nobili non diversamente utili: ne viene fuori un insaccato, a forma di cuore, di due diverse dimensioni, lavorato sul tipo della sopressa veneta.
La cena è stata accompagnata dal pane di Maurizio Clemente, artigiano fornaio in quel di Turriaco.
Chiara Meriani, giornalista di viaggio di Trieste, ha poi presentato le peculiarità ambientali e storiche del Comune di Sgonico, che è stato recentemente inserito nella rete dei Borghi Europei del Gusto. Matej Skerlj ha parlato dei prodotti tipici di questo borgo del Carso, che possono essere degustati presso la storica trattoria di famiglia.
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martedì 19 gennaio 2010
Buje e il Bujese
Sulle colline nel retroterra a soli quattordici chilometri da Cittanova ed a dieci da Umago è situata una cittadina ricca di storia: Buje. Tracce di vita in questa zona risalgono alla preistoria: la Bullea romana, la necropoli slava, la borgata medievale.
Risalgono proprio a questo periodo (XV secolo) le fortezze di pietra che sorgono sull’antico centro storico, con le sue vie strette e la piazza centrale dominata dal palazzo gotico e dalla chiesa barocca di Santo Servolo del sedicesimo secolo, costruita sulle fondamenta del tempio romano. Fuori dal centro storico si è sviluppato un abitato moderno, centro di cultura, economia e trasporti, grazie anche all’influenza tangibile del clima mite mediterraneo e del vicino mare. Gli amanti della tranquillità e della pace e desiderosi di fuggire dallo stress quotidiano, troveranno in questa cittadina il rifugio ideale, mentre i buongustai potranno godere le squisite specialità istriane di pesce e di selvaggina, come da Sergio, di cui abbiamo già parlato.
Appena fuori Buje, troviamo Momiano. Il territorio di Momiano si presenta in un alternarsi di avvallamenti, radure e colline argillose particolarmente favorevoli alla coltivazione della vite, dell’ulivo e degli alberi da frutto.
Momiano fu sede di un castelliere preistorico. Fu abitata probabilmente in epoca romana e viene nominata per la prima volta nel 1035 in un documento imperiale. La varietà del paesaggio che si può ammirare percorrendo gli itinerari del Momianese presenta un ambiente suggestivo dove l’opera dell’uomo si integra e armonizza con la natura.
I vigneti della zona producono, oltre la malvasia, un moscato di alta qualità, rinomato anche al di fuori del territorio. Ricordiamo che da qui passa storicamente la prima strada del vino, e qui potrete trovare l’agriturismo San Mauro di Libero Sinkovic, con i suoi due maiali da guardia, appena fuori Momiano
L’abbondanza della fauna (fagiani, caprioli, cinghiali…) favorisce il turismo venatorio. La ristorazione si avvale della tradizionale cucina locale, mentre si sta avviando con buone prospettive l’agriturismo.
TZ Buje
Istarska 2
52460 Buje
T. +385 (0)52 773353
F. +385 (0)52 773353
info@istria-buje-buie.com
www.istria-buje-buie.com
Risalgono proprio a questo periodo (XV secolo) le fortezze di pietra che sorgono sull’antico centro storico, con le sue vie strette e la piazza centrale dominata dal palazzo gotico e dalla chiesa barocca di Santo Servolo del sedicesimo secolo, costruita sulle fondamenta del tempio romano. Fuori dal centro storico si è sviluppato un abitato moderno, centro di cultura, economia e trasporti, grazie anche all’influenza tangibile del clima mite mediterraneo e del vicino mare. Gli amanti della tranquillità e della pace e desiderosi di fuggire dallo stress quotidiano, troveranno in questa cittadina il rifugio ideale, mentre i buongustai potranno godere le squisite specialità istriane di pesce e di selvaggina, come da Sergio, di cui abbiamo già parlato.
Appena fuori Buje, troviamo Momiano. Il territorio di Momiano si presenta in un alternarsi di avvallamenti, radure e colline argillose particolarmente favorevoli alla coltivazione della vite, dell’ulivo e degli alberi da frutto.
Momiano fu sede di un castelliere preistorico. Fu abitata probabilmente in epoca romana e viene nominata per la prima volta nel 1035 in un documento imperiale. La varietà del paesaggio che si può ammirare percorrendo gli itinerari del Momianese presenta un ambiente suggestivo dove l’opera dell’uomo si integra e armonizza con la natura.
I vigneti della zona producono, oltre la malvasia, un moscato di alta qualità, rinomato anche al di fuori del territorio. Ricordiamo che da qui passa storicamente la prima strada del vino, e qui potrete trovare l’agriturismo San Mauro di Libero Sinkovic, con i suoi due maiali da guardia, appena fuori Momiano
L’abbondanza della fauna (fagiani, caprioli, cinghiali…) favorisce il turismo venatorio. La ristorazione si avvale della tradizionale cucina locale, mentre si sta avviando con buone prospettive l’agriturismo.
TZ Buje
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lunedì 18 gennaio 2010
Salvore, dall’impero ai giorni nostri
Parliamo un poco con Dario Penco, direttore dell’Ufficio turistico di Salvore. Senza alcun dubbio, Abbazia e Salvore sono stati due punti storici del turismo: qui hanno cominciato, ai tempi dell’impero asburgico, a venire i primi turisti, anche grazie alla ferrovia, la famosa e purtroppo scomparsa Parenzana.
Intorno a Salvore, fra l’altro niente a che vedere con le città balneari italiane, si vedono le ville e gli alberghi costruiti ai primi del 900. Poi naturalmente il turismo si è sviluppato, e troviamo accanto ad alberghi a 4 stelle, hotel a conduzione familiare, e campeggi e quant’altro. Salvore inoltre vanta il primo albergo a 5 stelle, campo da golf da 18 buche.
Negli anni, sono cresciuti diversi ristoranti, di cui abbiamo già raccontato, che non sono per niente male.
Quello che volevamo sottolineare, è che qui la natura è ancora lì, intatta o quasi: per le note ragioni che tralasciamo, non hanno avuto il tempo ed i soldi per costruire, ed il fascino di questa località è proprio il fatto che, per chi se lo ricorda, è uguale alle nostre coste 50 anni fa
TZ Savudrija
Istarska 2
52475 Savudrija
T. +385 (0)52 759659
F. +385 (0)52 759855
info@istria-savudrija.com
www.istria-savudrija.com
Intorno a Salvore, fra l’altro niente a che vedere con le città balneari italiane, si vedono le ville e gli alberghi costruiti ai primi del 900. Poi naturalmente il turismo si è sviluppato, e troviamo accanto ad alberghi a 4 stelle, hotel a conduzione familiare, e campeggi e quant’altro. Salvore inoltre vanta il primo albergo a 5 stelle, campo da golf da 18 buche.
Negli anni, sono cresciuti diversi ristoranti, di cui abbiamo già raccontato, che non sono per niente male.
Quello che volevamo sottolineare, è che qui la natura è ancora lì, intatta o quasi: per le note ragioni che tralasciamo, non hanno avuto il tempo ed i soldi per costruire, ed il fascino di questa località è proprio il fatto che, per chi se lo ricorda, è uguale alle nostre coste 50 anni fa
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Istarska 2
52475 Savudrija
T. +385 (0)52 759659
F. +385 (0)52 759855
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domenica 17 gennaio 2010
Il Canton Ticino al Festival Europeo del Gusto in Istria
L'Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto è una rete che accomuna paesi e città di oltre tredici Stati Europei, che si impegnano a confrontare le politiche di valorizzazione del territorio, tramite iniziative di scambio (di rete, appunto) e di partecipazioni 'incrociate'.
La Regione Valli di Lugano (Canton Ticino, Svizzera), ha aderito all'Associazione Internazionale nel maggio del 2009, assegnando, per il momento, la delega di rappresentanza al proprio Presidente ing. Francesco Ryf, al membro del Consiglio Regionale sig.ra Ines Canonica (che fa parte del Consiglio di Amministrazione di Ticino Turismo) ed al Segretario Animatore Corrado Piattini. In ottobre, una delegazione della Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto aveva incontrato Francesco Tettamanti, direttore di Ticinowine, l’ente di promozione del vino ticinese di qualità, al fine di consegnare da parte della rete europea e degli Enti del Turismo di Salvore, Buie e Umago (Istria, Croazia), l'invito ufficiale a partecipare al Festival Europeo del Gusto, che si è poi tenuto in Istria la prima settimana del mese di dicembre.
L'incontro si era svolto presso la sede di Ticinowine a Balerna e aveva costituito un altro importante tassello nel lavoro di dialogo fra i borghi europei del gusto.
Il Festival è stato poi una vera e propria conferenza stampa non stop, articolata in laboratori di informazione, laboratori di degustazione, laboratori di comunicazione radiotelevisiva. Nel Wine bar dell'Hotel Sol Coral di Umago, TicinoWine ha presentato ai giornalisti e ai comunicatori accreditati le proprie produzioni vitininicole.
"L’immagine del vino, della sua territorialità e peculiarità regionale passano attraverso un attento e strategico posizionamento sul mercato. Questo non sarebbe possibile senza l’incontro e la visione globale delle potenzialità espresse dalla diversità dei produttori e dalle varie tipologie di vini proposti-ha detto nel suo intervento Francesco Tettamanti. L’esigenza, espressa in un mercato del vino sempre più concorrenziale e nella clientela sempre più esigente, ha fatto sì che nel 1984 un gruppo di pionieri nella promozione della vitivinicoltura ticinese fondò "Proviti", l’allora ufficio di promozione. Certo, mi sì dirà che quelli erano altri tempi. Certo, ma le visioni di questi pionieri erano quelle giuste: identificare il vino con un territorio e con una realtà produttiva era una visione giusta e al momento giusto. Dal 1° gennaio 2005 la struttura della Ticinowine è stata assorbita ed integrata nell'interprofessione della vite e del vino ticinese.
Ticinowine, grazie ad un’esperienza ventennale, costruitasi nel tempo e grazie al fedele sostegno dei produttori affiliati, sarà competente anche in futuro nell'affidare l’immagine di ambasciatore del Ticino al vino: sincero, libero e capace di emozioni forti.".
La Regione Valli di Lugano (Canton Ticino, Svizzera), ha aderito all'Associazione Internazionale nel maggio del 2009, assegnando, per il momento, la delega di rappresentanza al proprio Presidente ing. Francesco Ryf, al membro del Consiglio Regionale sig.ra Ines Canonica (che fa parte del Consiglio di Amministrazione di Ticino Turismo) ed al Segretario Animatore Corrado Piattini. In ottobre, una delegazione della Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto aveva incontrato Francesco Tettamanti, direttore di Ticinowine, l’ente di promozione del vino ticinese di qualità, al fine di consegnare da parte della rete europea e degli Enti del Turismo di Salvore, Buie e Umago (Istria, Croazia), l'invito ufficiale a partecipare al Festival Europeo del Gusto, che si è poi tenuto in Istria la prima settimana del mese di dicembre.
L'incontro si era svolto presso la sede di Ticinowine a Balerna e aveva costituito un altro importante tassello nel lavoro di dialogo fra i borghi europei del gusto.
Il Festival è stato poi una vera e propria conferenza stampa non stop, articolata in laboratori di informazione, laboratori di degustazione, laboratori di comunicazione radiotelevisiva. Nel Wine bar dell'Hotel Sol Coral di Umago, TicinoWine ha presentato ai giornalisti e ai comunicatori accreditati le proprie produzioni vitininicole.
"L’immagine del vino, della sua territorialità e peculiarità regionale passano attraverso un attento e strategico posizionamento sul mercato. Questo non sarebbe possibile senza l’incontro e la visione globale delle potenzialità espresse dalla diversità dei produttori e dalle varie tipologie di vini proposti-ha detto nel suo intervento Francesco Tettamanti. L’esigenza, espressa in un mercato del vino sempre più concorrenziale e nella clientela sempre più esigente, ha fatto sì che nel 1984 un gruppo di pionieri nella promozione della vitivinicoltura ticinese fondò "Proviti", l’allora ufficio di promozione. Certo, mi sì dirà che quelli erano altri tempi. Certo, ma le visioni di questi pionieri erano quelle giuste: identificare il vino con un territorio e con una realtà produttiva era una visione giusta e al momento giusto. Dal 1° gennaio 2005 la struttura della Ticinowine è stata assorbita ed integrata nell'interprofessione della vite e del vino ticinese.
Ticinowine, grazie ad un’esperienza ventennale, costruitasi nel tempo e grazie al fedele sostegno dei produttori affiliati, sarà competente anche in futuro nell'affidare l’immagine di ambasciatore del Ticino al vino: sincero, libero e capace di emozioni forti.".
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sabato 16 gennaio 2010
Il Panificio San Martino
Siamo a Fossona di Cervarese S.Croce, nel padovano. Una frazione ai piedi dei Colli Euganei. Qui troviamo il Panificio San Martino, che fa pane e dolci. Non è molto che è aperto, ma già si vede l’apprezzamento di una buona clientela. Chiaro che l’esperienza ce l’avevano, e anche lunga e consistente, cosa che ha permesso un’evoluzione seguendo i gusti della gente: qui troviamo pane al kamut, pane arabo, pane con farina di mais, segale, eccetera.
Hanno un fiore all’occhiello, il pane di grano duro; che come qualità è migliore e dura di più, ma da noi non c’è la cultura, o è poca. Fanno poi il pane bollito, con farina di grano duro, con un gusto tutto particolare.
Poi, i dolci, sono una favola e qui si possono trovare sempre freschi: siamo passati in tempo di panettoni, e abbiamo visto come la lavorazione artigianale sia lunga e complessa. Anche i particolari, vedi gli ingredienti, hanno un’importanza grande: lavorazione dell’impasto lunga sì, ma anche farine e lieviti, in particolare lievito madre.
Poi, i krapfen che non sanno di olio e vanno giù che è una favola…
Panificio San Martino
Via Fossona 7/11
Fossona di Cervarese S.Croce (PD)
Tel. 049 9916039
Hanno un fiore all’occhiello, il pane di grano duro; che come qualità è migliore e dura di più, ma da noi non c’è la cultura, o è poca. Fanno poi il pane bollito, con farina di grano duro, con un gusto tutto particolare.
Poi, i dolci, sono una favola e qui si possono trovare sempre freschi: siamo passati in tempo di panettoni, e abbiamo visto come la lavorazione artigianale sia lunga e complessa. Anche i particolari, vedi gli ingredienti, hanno un’importanza grande: lavorazione dell’impasto lunga sì, ma anche farine e lieviti, in particolare lievito madre.
Poi, i krapfen che non sanno di olio e vanno giù che è una favola…
Panificio San Martino
Via Fossona 7/11
Fossona di Cervarese S.Croce (PD)
Tel. 049 9916039
venerdì 15 gennaio 2010
La Piazzetta a Teolo
Teolo è un antico villaggio, già luogo di insediamenti fin dalle ere più remote, sui Colli Euganei. Qui, infatti, attratti dalla salubrità dell’aria e dalla difendibilità del sito, abbiamo testimonianza di gruppi umani dei quali si trovarono tracce da Castelnuovo fino al Monte Rosso, passando per Vallarega - la valle che si estende tra il Monte Solone ed il Vignola.
Titulus, nome di origine incerta come spesso accade per i toponimi, è l'attuale Teolo, comune di origine romana - (una tradizione vuole che quivi sia nato l'illustre storico Tito Livio) -che ebbe notevole importanza in epoca medievale.
Nel borgo collinare, troviamo piazza Tito Livio, e qui, sul fondo, La Piazzetta, enoteca e ristorante: Qui i re sono Fiorella e Paolo, due persone affabilissime e con tanta voglia di fare. Ci siamo capitati durante le feste di Natale, quando la piazzetta è occupata dal presepe e, visto il periodo, anche dalla neve,
Su di loro possiamo dire che abbiamo mangiato bene e bevuto meglio; il loro sport è far sì che siano utilizzati soprattutto i prodotti del territorio, e dobbiamo dire con rilevante risultato, e grosso apprezzamento dei clienti, a vedere come ha mangiato un nostro amico, che si picca di essere un gastronomo, che non ha lasciato neppure una briciola.
La Piazzetta di Fiorella e Paolo
piazza Tito Livio
Teolo (tel.049.9925651)
Titulus, nome di origine incerta come spesso accade per i toponimi, è l'attuale Teolo, comune di origine romana - (una tradizione vuole che quivi sia nato l'illustre storico Tito Livio) -che ebbe notevole importanza in epoca medievale.
Nel borgo collinare, troviamo piazza Tito Livio, e qui, sul fondo, La Piazzetta, enoteca e ristorante: Qui i re sono Fiorella e Paolo, due persone affabilissime e con tanta voglia di fare. Ci siamo capitati durante le feste di Natale, quando la piazzetta è occupata dal presepe e, visto il periodo, anche dalla neve,
Su di loro possiamo dire che abbiamo mangiato bene e bevuto meglio; il loro sport è far sì che siano utilizzati soprattutto i prodotti del territorio, e dobbiamo dire con rilevante risultato, e grosso apprezzamento dei clienti, a vedere come ha mangiato un nostro amico, che si picca di essere un gastronomo, che non ha lasciato neppure una briciola.
La Piazzetta di Fiorella e Paolo
piazza Tito Livio
Teolo (tel.049.9925651)
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martedì 12 gennaio 2010
Il Principato de Bean di Mersia Zorzet
Si chiama Principato de Bean (pronuncia Bean per i non veneti) perché si trova a Begliano, secondo Mersia il miglior principato del mondo.
Si tratta di un agriturismo, con molto della frasca. Lei lo ha aperto perché il popolo si senta a proprio agio. Qui le cose convivono. In più il luogo e’ segnalato dalla frasca, tanto per rendere chiaro il concetto.
La mattina è molto ben frequentato, anche se ultimamente si avverta il panico da “ombre”, vedi patenti ritirate.
Al banco si può accompagnare il bicchiere di vino con delle tartine (crodeghin, affettati) o con del salame con asedo e sevola.
Se si vuole mangiare, a mezzogiorno o a sera, ci sono cotechini, cevapcici. Patate e sevole (cipolle) in tecia.
Lei è molto espansiva, e sa quel che vuole: lo si vede bene dalla frequentazione del locale, abbastanza rustico ma accogliente. Il resto della famiglia lo lascia lavorare in campagna: saggia decisione.
Agriturismo Principato de Bean
Via Oberdan 1
Begliano di San Canzian d’Isonzo (GO)
Tel. 0481 769731
Si tratta di un agriturismo, con molto della frasca. Lei lo ha aperto perché il popolo si senta a proprio agio. Qui le cose convivono. In più il luogo e’ segnalato dalla frasca, tanto per rendere chiaro il concetto.
La mattina è molto ben frequentato, anche se ultimamente si avverta il panico da “ombre”, vedi patenti ritirate.
Al banco si può accompagnare il bicchiere di vino con delle tartine (crodeghin, affettati) o con del salame con asedo e sevola.
Se si vuole mangiare, a mezzogiorno o a sera, ci sono cotechini, cevapcici. Patate e sevole (cipolle) in tecia.
Lei è molto espansiva, e sa quel che vuole: lo si vede bene dalla frequentazione del locale, abbastanza rustico ma accogliente. Il resto della famiglia lo lascia lavorare in campagna: saggia decisione.
Agriturismo Principato de Bean
Via Oberdan 1
Begliano di San Canzian d’Isonzo (GO)
Tel. 0481 769731
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lunedì 11 gennaio 2010
Il Cenacolo del Piave programma il 2009
Il Cenacolo del Piave, dopo l'adesione alla associazione L'Altratavola (che unisce a livello nazionale tutti i cenacoli del gusto), ha programmato in questi giorni le proprie iniziative di informazione per il 2009.
La prima manifestazione riguarderà l'Azione I Binari del Gusto, che intende recuperare la memoria delle antiche ferrovie e tranvie dismesse. In quest'ottica verrà riscoperto il tracciato della tranvia Ponte della Priula-Pieve di Soligo, con la proposta di un percorso del gusto.
Nel numero di gennaio della rivista La Vaca Mora, comparirà anche un servizio sulla tranvia dimenticata.
Il 2009 vede schierati ai nastri di partenza alcuni imprenditori che da tempo accompagnano i progetti del Cenacolo del Piave.
Vogliamo ricordare, fra gli altri, SOAVE MANTO di Vidor (Gestione Giochi, Freccette, Flipper, Vendita Biliardi e Calcetti), i F.lli BARISAN ( una firma storica nel settore dell'automobile in Pieve di Soligo) e la SOLIGOMME dei Fratelli Naibo (Pieve di Soligo e Sernaglia della Battaglia).
La partecipazione è sempre stata motivata con l'attaccamento alla cultura locale, alla convinzione che gli imprenditori abbiano anche una sorta di responsabilità sociale nei confronti della comunità ove vivono e lavorano.
La prima manifestazione riguarderà l'Azione I Binari del Gusto, che intende recuperare la memoria delle antiche ferrovie e tranvie dismesse. In quest'ottica verrà riscoperto il tracciato della tranvia Ponte della Priula-Pieve di Soligo, con la proposta di un percorso del gusto.
Nel numero di gennaio della rivista La Vaca Mora, comparirà anche un servizio sulla tranvia dimenticata.
Il 2009 vede schierati ai nastri di partenza alcuni imprenditori che da tempo accompagnano i progetti del Cenacolo del Piave.
Vogliamo ricordare, fra gli altri, SOAVE MANTO di Vidor (Gestione Giochi, Freccette, Flipper, Vendita Biliardi e Calcetti), i F.lli BARISAN ( una firma storica nel settore dell'automobile in Pieve di Soligo) e la SOLIGOMME dei Fratelli Naibo (Pieve di Soligo e Sernaglia della Battaglia).
La partecipazione è sempre stata motivata con l'attaccamento alla cultura locale, alla convinzione che gli imprenditori abbiano anche una sorta di responsabilità sociale nei confronti della comunità ove vivono e lavorano.
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Le iniziative di informazione del Cenacolo del Piave
La partecipazione di Soave Manto, dei F.lli Barisan e di Soligomme dei F.lli Naibo
Il 2009 è stato un anno di impegni intensi per il Cenacolo del Piave dell'Associazione L'Altratavola, che ha sviluppato in collaborazione con la rete di informazione L'Italia del Gusto molte iniziative finalizzate a far conoscere il Quartier del Piave, ben oltre i propri confini naturali.
Impossibile non ricordare la due giorni di informazione ,con relativo stage radiotelevisivo, che si è tenuta presso la Trattoria Dalla Libera a Sernaglia della Battaglia e che ha messo a confronto esperienze di borghi e territori poco conosciuti di tutta Italia e dell'Europa.
Ma tutte le iniziative di informazione si sono realizzate grazie al sostegno di tre aziende del Quartier del Piave.
Prima di tutto vogliamo ricordare Area Games di MANTO SOAVE (Gestione Giochi, Freccette,Flipper, Vendita Biliardi, Calcetti, (via Roma 9, tel. 335.6140243, Vidor), che ha commentato: "Anche se il mio settore di operatività può sembrare distante da iniziative di informazione che valorizzano le realtà locali, in realtà sono assai attaccato alla nostra identità culturale, vivo e lavoro in questa comunità ed era doveroso contribuire in qualche modo alla sua conoscenza e al suo sviluppo. Non mancherò di partecipare anche alle iniziative in programma per il 2010.”
Senza un forte impegno da parte dei privati come Soave,iniziative di informazione come questa sarebbero destinate,inevitabilmente, all'insuccesso.
E' impossibile dimenticare poi l'aiuto dei F.LLI BARISAN. A Pieve di Soligo, nel 1979, nasce l'Officina Meccanica F.lli Barisan che entra subito a far parte del gruppo FIAT come officina autorizzata. L'officina cresce negli anni fino a che, nel 1994, grazie alla volontà di emergere professionalmente e alla lungimiranza dei F.lli Federico, Livio e Lucio, diventa organizzato anche alla vendita dei marchi FIAT. La serietà, la correttezza e la professionalità dimostrata negli anni nella vendita e soprattutto nell'assistenza, hanno permesso un'escalation continua dell'Azienda che ha favorito l'affermarsi dei marchi rappresentati nel territorio di competenza.
Le esigenze di mercato, l'ambizione e la passione dei titolari per le automobili, hanno motivato la costituzione nel 2003 della nuova sede vendita in via Quartier del Piave su un'area di 13000 mq. La struttura, molto curata nell'immagine, e dotata di tecnologia avanzate interpreta perfettamente la filosofia dei marchi, mantenendo però un rapporto franco e umano con il Cliente.
La continua attenzione alla qualità del Servizio e alla fidelizzazione del Cliente, la F.lli Barisan S.r.l., supportata da uno staff di collaboratori di ottimo livello, si prefigge un solo scopo: la soddisfazione del Cliente.
Un'altra firma importante del mondo imprenditoriale di Pieve di Soligo che ha partecipato con entusiasmo al progetto è la SOLIGOMME dei F.lli Naibo, con due sedi: in Via Guglielmo Marconi, 92 a Pieve Di Soligo (TV) tel.0438 840317 e in via Castello 92 a Sernaglia della Battaglia tel. 0438 86575.
Il 2009 è stato un anno di impegni intensi per il Cenacolo del Piave dell'Associazione L'Altratavola, che ha sviluppato in collaborazione con la rete di informazione L'Italia del Gusto molte iniziative finalizzate a far conoscere il Quartier del Piave, ben oltre i propri confini naturali.
Impossibile non ricordare la due giorni di informazione ,con relativo stage radiotelevisivo, che si è tenuta presso la Trattoria Dalla Libera a Sernaglia della Battaglia e che ha messo a confronto esperienze di borghi e territori poco conosciuti di tutta Italia e dell'Europa.
Ma tutte le iniziative di informazione si sono realizzate grazie al sostegno di tre aziende del Quartier del Piave.
Prima di tutto vogliamo ricordare Area Games di MANTO SOAVE (Gestione Giochi, Freccette,Flipper, Vendita Biliardi, Calcetti, (via Roma 9, tel. 335.6140243, Vidor), che ha commentato: "Anche se il mio settore di operatività può sembrare distante da iniziative di informazione che valorizzano le realtà locali, in realtà sono assai attaccato alla nostra identità culturale, vivo e lavoro in questa comunità ed era doveroso contribuire in qualche modo alla sua conoscenza e al suo sviluppo. Non mancherò di partecipare anche alle iniziative in programma per il 2010.”
Senza un forte impegno da parte dei privati come Soave,iniziative di informazione come questa sarebbero destinate,inevitabilmente, all'insuccesso.
E' impossibile dimenticare poi l'aiuto dei F.LLI BARISAN. A Pieve di Soligo, nel 1979, nasce l'Officina Meccanica F.lli Barisan che entra subito a far parte del gruppo FIAT come officina autorizzata. L'officina cresce negli anni fino a che, nel 1994, grazie alla volontà di emergere professionalmente e alla lungimiranza dei F.lli Federico, Livio e Lucio, diventa organizzato anche alla vendita dei marchi FIAT. La serietà, la correttezza e la professionalità dimostrata negli anni nella vendita e soprattutto nell'assistenza, hanno permesso un'escalation continua dell'Azienda che ha favorito l'affermarsi dei marchi rappresentati nel territorio di competenza.
Le esigenze di mercato, l'ambizione e la passione dei titolari per le automobili, hanno motivato la costituzione nel 2003 della nuova sede vendita in via Quartier del Piave su un'area di 13000 mq. La struttura, molto curata nell'immagine, e dotata di tecnologia avanzate interpreta perfettamente la filosofia dei marchi, mantenendo però un rapporto franco e umano con il Cliente.
La continua attenzione alla qualità del Servizio e alla fidelizzazione del Cliente, la F.lli Barisan S.r.l., supportata da uno staff di collaboratori di ottimo livello, si prefigge un solo scopo: la soddisfazione del Cliente.
Un'altra firma importante del mondo imprenditoriale di Pieve di Soligo che ha partecipato con entusiasmo al progetto è la SOLIGOMME dei F.lli Naibo, con due sedi: in Via Guglielmo Marconi, 92 a Pieve Di Soligo (TV) tel.0438 840317 e in via Castello 92 a Sernaglia della Battaglia tel. 0438 86575.
domenica 10 gennaio 2010
L’Antica Macelleria Fratelli Beghin
Siamo passati da Teolo, e precisamente dai Fratelli Beghin, in realtà seguendo il percorso del vecchio tram, ma tant’è. Loro sono specialisti, oltre al resto, in carni bianche, e in special modo in galline padovane.
Un gran ciuffo di penne lunghe e lanceolate che si aprono sul capo, dandole l'aspetto di un crisantemo, due basette piumate che le scendono sotto gli occhi, una buffa barba. Può essere nera, bianca, dorata, camosciate e argentata. Sono le caratteristiche "somatiche" della gallina padovana, "galina con la capeòza" il simpatico pennuto da cortile le cui origini sono abbastanza incerte, contrariamente alle sue qualità gastronomiche.
Oggi l'allevamento della gallina padovana, razza riconosciuta come "pura" da uno standard nazionale redatto dalla Federazione italiana delle razze avicole, deve rispondere da un preciso disciplinare di produzione, che prevede innanzitutto una superficie minima nel luogo di allevamento di almeno quattro metri, per poter "ruspare", attività alla quale deve la qualità della sua carne, oltre naturalmente al tipo di alimentazione a base di granaglie, in particolare mais. Per essere "pronta" per la tavola, la gallina deve avere almeno 12 mesi e deve aver completato il suo primo ciclo di produzione di uova. Un marchio registrato ne garantisce l'origine: ad ogni esemplare viene apposto un anellino con il numero dell'allevamento ed esce dal macello accompagnato da un'etichetta, da un pieghevole e, per i ristoratori, da sei cialde che sul piatto accosteranno ogni porzione.
Poi, essendo una macelleria, ci ha incuriosito un salume immenso, e ci hanno spiegato che quello era il più grande speck del mondo, una cosa mai vista.
Antica Macelleria Beghin,
Via Euganea Praglia 48, 35037 Teolo, Padova
Per informazioni: +39 049 9900008
info@maestridelgusto.it
www.maestridelgusto.it
Un gran ciuffo di penne lunghe e lanceolate che si aprono sul capo, dandole l'aspetto di un crisantemo, due basette piumate che le scendono sotto gli occhi, una buffa barba. Può essere nera, bianca, dorata, camosciate e argentata. Sono le caratteristiche "somatiche" della gallina padovana, "galina con la capeòza" il simpatico pennuto da cortile le cui origini sono abbastanza incerte, contrariamente alle sue qualità gastronomiche.
Oggi l'allevamento della gallina padovana, razza riconosciuta come "pura" da uno standard nazionale redatto dalla Federazione italiana delle razze avicole, deve rispondere da un preciso disciplinare di produzione, che prevede innanzitutto una superficie minima nel luogo di allevamento di almeno quattro metri, per poter "ruspare", attività alla quale deve la qualità della sua carne, oltre naturalmente al tipo di alimentazione a base di granaglie, in particolare mais. Per essere "pronta" per la tavola, la gallina deve avere almeno 12 mesi e deve aver completato il suo primo ciclo di produzione di uova. Un marchio registrato ne garantisce l'origine: ad ogni esemplare viene apposto un anellino con il numero dell'allevamento ed esce dal macello accompagnato da un'etichetta, da un pieghevole e, per i ristoratori, da sei cialde che sul piatto accosteranno ogni porzione.
Poi, essendo una macelleria, ci ha incuriosito un salume immenso, e ci hanno spiegato che quello era il più grande speck del mondo, una cosa mai vista.
Antica Macelleria Beghin,
Via Euganea Praglia 48, 35037 Teolo, Padova
Per informazioni: +39 049 9900008
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Miradolo Terme, terme, agricoltura e industria
Siamo in provincia di Pavia. Miradolo è un centro agricolo (cereali, uva, frutta, foraggi), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti elettrotecnici e della gomma, imballaggi, cerniere), nella pianura tra i fiumi Olona e Lambro, 25 km a est del capoluogo. Fino al 1938 si chiamò Miradolo, semplicemente. Vi si trova la stazione idrominerale di Terme di Miradolo con acque salso-bromo-iodiche, nota fin dal XVII sec. Di origine romana, fu feudo nel medioevo della famiglia Belgioioso e, nel XV sec., degli Estensi. Sono quattro le principali manifestazioni popolari che vengo svolte ogni anno a Miradolo, e rappresentano quattro momenti di festa riconducibili alla tradizione contadina del paese. Il Carnevale è tradizionalmente dedicato ai bambini e prevede sfilate di maschere e spettacoli di magia e si svolge nella Palestra del Paese.
La Festa dei piselli, che si svolge l'ultima domenica di maggio, ripercorre il momento in cui in paese si effettuava il raccolto dei piselli e anche tutt'oggi è uno degli eventi di maggior importanza per il comune.
La Sagra dell'uva, prima per importanza, festeggia la vendemmia. Si svolge la seconda domenica del mese di settembre. Infine la Festa delle castagne prelude l'arrivo dell'autunno e ricorda il momento in cui si andava (e si va tutt'ora) per i boschi a raccogliere funghi e castagne. Si svolge la terza domenica di ottobre. Da qualche anno si è introdotta la Festa di S. Carlo che si tiene la prima domenica di novembre alle Terme di Miradolo.
Grazie alla Proloco, Miradolo Terme è entrata a far parte dei Borghi Europei del Gusto.
Pro Locodi Miradolo Terme (PV)
http://www.proloco-miradoloterme.it/
La Festa dei piselli, che si svolge l'ultima domenica di maggio, ripercorre il momento in cui in paese si effettuava il raccolto dei piselli e anche tutt'oggi è uno degli eventi di maggior importanza per il comune.
La Sagra dell'uva, prima per importanza, festeggia la vendemmia. Si svolge la seconda domenica del mese di settembre. Infine la Festa delle castagne prelude l'arrivo dell'autunno e ricorda il momento in cui si andava (e si va tutt'ora) per i boschi a raccogliere funghi e castagne. Si svolge la terza domenica di ottobre. Da qualche anno si è introdotta la Festa di S. Carlo che si tiene la prima domenica di novembre alle Terme di Miradolo.
Grazie alla Proloco, Miradolo Terme è entrata a far parte dei Borghi Europei del Gusto.
Pro Locodi Miradolo Terme (PV)
http://www.proloco-miradoloterme.it/
sabato 9 gennaio 2010
La Borgoscuro prosecco cherry, una grande grappa di prosecco
Stiamo parlando di Licio Maschio, uno dei più grandi grappaioli italiani. La sua azienda è la Borgoscuro di Gaiarine, ma di questo abbiamo già parlato.
Qui vogliamo parlare della grappa Borgoscuro prosecco cherry (da pronunciarsi cerry, una grappa di prosecco, una delle vinacce più difficili da distillare perché il prosecco, in sé, come vitigno non dà un frutto eccezionale, a parte le “bollicine”.
“Volevamo una grande grappa di prosecco, valorizzare in distillazione il vitigno emblema del nostro territorio come non era mai stato fatto prima”.Più facile a dirsi che a farsi, per la leggerezza della struttura e la labilità degli aromi delle uve di prosecco. Ma c’era Licio di mezzo, e il risultato è stato raggiunto.
Innanzitutto, c’è stata una rigorosa selezione ampelografia delle vinacce di prosecco provenienti dalle uve delle vigne più soleggiate e meglio esposte sulle colline tra Conegliano e Valdobbiadene. La vinaccia è arrivata in distilleria subito dopo la svinatura, con una sub macerazione di 24-48 ore per il rimontaggio del mosto, per poi passare alla distillazione vera e propria. In questo modo la vinaccia riesce ad arricchire e mantenere le delicate caratteristiche sensoriali, proprie del prosecco. Poi, non ultimo, l’impianto usato per la distillazione è un artigianale alambicco, che opera con un sottovuoto poco spinto, sempre per estrarre e conservare i delicati aromi. E poi si va all’affinamento prima in acciaio e poi in botti di ciliegio maturo. Il risultato è ricco, morbido, elegante e caldo.
Sembra poco, ma invece è molto: Licio è attentissimo alle sfumature, ed i particolari della produzione sono importanti, tanto da renderla un prodotto artigianale di grande qualità.
Borgoscuro di Licio Maschio
Via Vizza 4
31018 Gaiarine TV
Tel . 0434 75013 Fax 0434 754828
www.borgoscuro.it
e-mail: borgoscuro@borgoscuro.it
Qui vogliamo parlare della grappa Borgoscuro prosecco cherry (da pronunciarsi cerry, una grappa di prosecco, una delle vinacce più difficili da distillare perché il prosecco, in sé, come vitigno non dà un frutto eccezionale, a parte le “bollicine”.
“Volevamo una grande grappa di prosecco, valorizzare in distillazione il vitigno emblema del nostro territorio come non era mai stato fatto prima”.Più facile a dirsi che a farsi, per la leggerezza della struttura e la labilità degli aromi delle uve di prosecco. Ma c’era Licio di mezzo, e il risultato è stato raggiunto.
Innanzitutto, c’è stata una rigorosa selezione ampelografia delle vinacce di prosecco provenienti dalle uve delle vigne più soleggiate e meglio esposte sulle colline tra Conegliano e Valdobbiadene. La vinaccia è arrivata in distilleria subito dopo la svinatura, con una sub macerazione di 24-48 ore per il rimontaggio del mosto, per poi passare alla distillazione vera e propria. In questo modo la vinaccia riesce ad arricchire e mantenere le delicate caratteristiche sensoriali, proprie del prosecco. Poi, non ultimo, l’impianto usato per la distillazione è un artigianale alambicco, che opera con un sottovuoto poco spinto, sempre per estrarre e conservare i delicati aromi. E poi si va all’affinamento prima in acciaio e poi in botti di ciliegio maturo. Il risultato è ricco, morbido, elegante e caldo.
Sembra poco, ma invece è molto: Licio è attentissimo alle sfumature, ed i particolari della produzione sono importanti, tanto da renderla un prodotto artigianale di grande qualità.
Borgoscuro di Licio Maschio
Via Vizza 4
31018 Gaiarine TV
Tel . 0434 75013 Fax 0434 754828
www.borgoscuro.it
e-mail: borgoscuro@borgoscuro.it
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venerdì 8 gennaio 2010
Mondo Fiorito, giardino e non solo
Il Garden Mondo Fiorito nasce grazie all'impegno della famiglia Signorelli, attiva nel mondo dell'agricoltura da oltre 40 anni: Luciano Signorelli fondò una ditta di produzione di antiparassitari per poi trasferire il suo bagaglio di conoscenze all'interno della Bayer, multinazionale leader nel settore.
Gli anni passano e nel 1982 Nevia, appassionata di piante, apre una piccola agraria a Monfalcone: è l'inizio di un lungo percorso fatto di sacrifici, passione e successi che portano nel 1989 all'inaugurazione del primo garden center della zona.
Artefice di questo importante passo è Massimo Signorelli, attuale titolare dell'azienda e fermo sostenitore fin dagli inizi della necessità di creare anche per il giardinaggio un punto vendita confortevole, ben fornito e professionalmente preparato.
Così, gradualmente, si gettano le basi per la costruzione dell'attuale struttura: nel 1999 l'attività si trasferisce a San Canzian d'Isonzo, in località Pieris e si inaugura il nuovo e moderno Garden Center dove gli spazi sono ampi, gli assortimenti di prima qualità e il personale altamente qualificato.
Oggi Mondo Fiorito si sviluppa su una superficie di 3.000 metri quadrati, di cui 1.200 dedicati al vivaio: tantissime piante, il giardinaggio, i vasi, i concimi, i terricci, i prodotti per la cura e la difesa del verde, un reparto PET eccezionalmente fornito, l'oggettistica e le idee regalo e le numerose iniziative — in primis la tradizionale Festa di Primavera e l'apertura del Mercatino di Natale — sono il fiore all'occhiello dell'attività, destinata ad essere ancora e sempre di più protagonista nel prossimo futuro. Nonostante tutto questo, ha in progetto di crescere ancora, e noi speriamo che si avveri.
Azienda Agricola “MONDO FIORITO”
San Canzian d'Isonzo (GO)
Via delle Vigne 23
S.S. 14 KM IV-120
1 km dopo l'aeroporto di Ronchi dei Legionari
Tel 0481 76200
Fax 0481 76459
info@gardenmondofiorito.com
http://www.gardenmondofiorito.com/
Gli anni passano e nel 1982 Nevia, appassionata di piante, apre una piccola agraria a Monfalcone: è l'inizio di un lungo percorso fatto di sacrifici, passione e successi che portano nel 1989 all'inaugurazione del primo garden center della zona.
Artefice di questo importante passo è Massimo Signorelli, attuale titolare dell'azienda e fermo sostenitore fin dagli inizi della necessità di creare anche per il giardinaggio un punto vendita confortevole, ben fornito e professionalmente preparato.
Così, gradualmente, si gettano le basi per la costruzione dell'attuale struttura: nel 1999 l'attività si trasferisce a San Canzian d'Isonzo, in località Pieris e si inaugura il nuovo e moderno Garden Center dove gli spazi sono ampi, gli assortimenti di prima qualità e il personale altamente qualificato.
Oggi Mondo Fiorito si sviluppa su una superficie di 3.000 metri quadrati, di cui 1.200 dedicati al vivaio: tantissime piante, il giardinaggio, i vasi, i concimi, i terricci, i prodotti per la cura e la difesa del verde, un reparto PET eccezionalmente fornito, l'oggettistica e le idee regalo e le numerose iniziative — in primis la tradizionale Festa di Primavera e l'apertura del Mercatino di Natale — sono il fiore all'occhiello dell'attività, destinata ad essere ancora e sempre di più protagonista nel prossimo futuro. Nonostante tutto questo, ha in progetto di crescere ancora, e noi speriamo che si avveri.
Azienda Agricola “MONDO FIORITO”
San Canzian d'Isonzo (GO)
Via delle Vigne 23
S.S. 14 KM IV-120
1 km dopo l'aeroporto di Ronchi dei Legionari
Tel 0481 76200
Fax 0481 76459
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giovedì 7 gennaio 2010
Paolo Zorzet, il prosieguo di una tradizione antica
“La nobiltà non si acquisisce nascendo, ma si conquista vivendo. Forse il Re di Polonia si è ispirato a questo breve aforisma quando ha deciso, nel 1600, di insignire i De Fabris con l’onorevole titolo di Marchesi, per segnalati meriti speciali”.
I de Fabris, udinesi, si insediarono a Begliano, frazione di San Canzian d’Isonzo, costruendosi un palazzotto con annessi e connessi, e naturalmente acquisendo appezzamenti agricoli.
L’ultimo marchese è morto nel 1939, senza eredi diretti, e la proprietà è passata alla famiglia Ventrella, che ne ha gestito il patrimonio.
Dal 2006 la proprietà è gestita dall’Azienda Vitivinicola Paolo Zorzet per conto degli Eredi. La produzione è diversificata: oltre a granaglie, frutta e ortaggi, Zorzet si distingue per la produzione di ottimi vini Doc e da tavola.
Abbiamo assaggiato i suoi due fiori all’occhiello, un Cabernet rosso brillante ed una gradevolissima Malvasia fra i bianchi, e dobbiamo dire che non erano male per niente.
Poi, la scelta va da un Malvasia Istriano al Friulano, e da un ottimo Merlot al Refosco dal Peduncolo Rosso.
Il Palazzo è bellissimo, e ci siamo stati durante l’incontro con i paesi gemellati, e d’estate esiste una frasca con tanto di vendita e degustazione vini, oltre al commercio della frutta e delle verdure rigorosamente di propria produzione.
Az. Zorzet Paolo
Via Verdi 2 – Begliano
San Canzian d’Isonzo
Tel. 0481 470257
I de Fabris, udinesi, si insediarono a Begliano, frazione di San Canzian d’Isonzo, costruendosi un palazzotto con annessi e connessi, e naturalmente acquisendo appezzamenti agricoli.
L’ultimo marchese è morto nel 1939, senza eredi diretti, e la proprietà è passata alla famiglia Ventrella, che ne ha gestito il patrimonio.
Dal 2006 la proprietà è gestita dall’Azienda Vitivinicola Paolo Zorzet per conto degli Eredi. La produzione è diversificata: oltre a granaglie, frutta e ortaggi, Zorzet si distingue per la produzione di ottimi vini Doc e da tavola.
Abbiamo assaggiato i suoi due fiori all’occhiello, un Cabernet rosso brillante ed una gradevolissima Malvasia fra i bianchi, e dobbiamo dire che non erano male per niente.
Poi, la scelta va da un Malvasia Istriano al Friulano, e da un ottimo Merlot al Refosco dal Peduncolo Rosso.
Il Palazzo è bellissimo, e ci siamo stati durante l’incontro con i paesi gemellati, e d’estate esiste una frasca con tanto di vendita e degustazione vini, oltre al commercio della frutta e delle verdure rigorosamente di propria produzione.
Az. Zorzet Paolo
Via Verdi 2 – Begliano
San Canzian d’Isonzo
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mercoledì 6 gennaio 2010
Andy il fornaio
Siamo a Pez, in comune di Cesiomaggiore, provincia di Belluno: non è molto che Mauro, in arte Andy, di professione fornaio, si è trasferito nel nuovo laboratorio, più vicino ai suoi clienti e più spazioso.
Prima lavorava bene in uno spazio più ridotto, e ora lavora bene in un laboratorio che in confronto sembra un hangar di un aeroporto.
Lui dice che ora gli affari gli vanno meglio, senza aver allargato la clientela, probabilmente sono importanti la qualità, ma sopratutto il servizio che ora riesce a fornire.
Dopo una certa ora si trova solo la moglie, una brava ragazza, ma se si ha pazienza prima o dopo torna anche lui da qualche consegna. Oddio, lui non è molto ciarliero, da bravo montanaro, ma con lui riesco ad intendermi anche senza parlare, e a carpirne la voglia di fare. Anche per lui sono stati tempi duri, ma ne è uscito, con il coraggio di trasferirsi, mossa che senza dubbio è stata azzeccata.
Da lui ho trovato sempre buonissimo il pane, e devo dire che anche il panettone di quest’anno era delizioso, forse più di certe pasticcerie.
Da questo personaggio possiamo trarre una lezione, e cioè che per lavorare bene bisogna avvicinarsi al cliente, e cercare di soddisfare nei limiti del possibile le sue esigenze al meglio.
Prima lavorava bene in uno spazio più ridotto, e ora lavora bene in un laboratorio che in confronto sembra un hangar di un aeroporto.
Lui dice che ora gli affari gli vanno meglio, senza aver allargato la clientela, probabilmente sono importanti la qualità, ma sopratutto il servizio che ora riesce a fornire.
Dopo una certa ora si trova solo la moglie, una brava ragazza, ma se si ha pazienza prima o dopo torna anche lui da qualche consegna. Oddio, lui non è molto ciarliero, da bravo montanaro, ma con lui riesco ad intendermi anche senza parlare, e a carpirne la voglia di fare. Anche per lui sono stati tempi duri, ma ne è uscito, con il coraggio di trasferirsi, mossa che senza dubbio è stata azzeccata.
Da lui ho trovato sempre buonissimo il pane, e devo dire che anche il panettone di quest’anno era delizioso, forse più di certe pasticcerie.
Da questo personaggio possiamo trarre una lezione, e cioè che per lavorare bene bisogna avvicinarsi al cliente, e cercare di soddisfare nei limiti del possibile le sue esigenze al meglio.
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martedì 5 gennaio 2010
E Frate fa il formaggio
Trovarlo non è neanche tanto difficile: da San Canzian d’Isonzo si va a Isola Morosini, e qui, passato l’abiatato, si trova l’azienda agricola di Orazio Frate.
Non sono in tanti a lavorarci, Orazio, la moglie e il figlio Thomas, il casaro. Praticamente si tratta di un’azienda familiare, ma con una particolarità. La loro è una storia comune, la terra, il lavoro, il sacrificio, ma hanno una marcia in più. Finite le scuole, Thomas deve trovare lavoro, e Orazio si inventa il caseificio, anche per ovviare alla crisi dei grandi caseifici, alle quote latte, e via discorrendo. Non che sia stato semplice, conoscendo i tipi: un tecnico dell’ERSA è venuto ad insegnare il mestiere, che Thomas ha imparato piuttosto bene.
E’ tutto latte vaccino quello che lavora, prodotto all’interno dell’azienda: si parla di circa 10 quintali al giorno. Le vacche sono di razza, pezzate rosse, che danno un latte di qualità superiore molto proteico.
E entra in campo Thomas, che produce caciotte, crescenza, mozzarelle, caciotte speziate, tomini, ricotta. In pratica, producono formaggi freschi, di qualità.
La mamma è presente allo spaccio, e quindi anche la vendita è assicurata.
La signora Sindaco di San Canzian poi li ha chiamati alla presentazione dei produttori ai rappresentanti dell’Associazione dei Borghi Europei del Gusto, e sicuramente non ha sbagliato, individuando una famiglia di produttori tenaci ed attaccati alla terra.
Az. Orazio Frate
Via Principale 19
Isola Morosini
San Canzian d’Isonzo GO
Tel.0481 710625
Non sono in tanti a lavorarci, Orazio, la moglie e il figlio Thomas, il casaro. Praticamente si tratta di un’azienda familiare, ma con una particolarità. La loro è una storia comune, la terra, il lavoro, il sacrificio, ma hanno una marcia in più. Finite le scuole, Thomas deve trovare lavoro, e Orazio si inventa il caseificio, anche per ovviare alla crisi dei grandi caseifici, alle quote latte, e via discorrendo. Non che sia stato semplice, conoscendo i tipi: un tecnico dell’ERSA è venuto ad insegnare il mestiere, che Thomas ha imparato piuttosto bene.
E’ tutto latte vaccino quello che lavora, prodotto all’interno dell’azienda: si parla di circa 10 quintali al giorno. Le vacche sono di razza, pezzate rosse, che danno un latte di qualità superiore molto proteico.
E entra in campo Thomas, che produce caciotte, crescenza, mozzarelle, caciotte speziate, tomini, ricotta. In pratica, producono formaggi freschi, di qualità.
La mamma è presente allo spaccio, e quindi anche la vendita è assicurata.
La signora Sindaco di San Canzian poi li ha chiamati alla presentazione dei produttori ai rappresentanti dell’Associazione dei Borghi Europei del Gusto, e sicuramente non ha sbagliato, individuando una famiglia di produttori tenaci ed attaccati alla terra.
Az. Orazio Frate
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lunedì 4 gennaio 2010
Un quadro per Umago
Ci sembrava giusto rispondere al dono che ci aveva fatto Dario Penco di Salvore, in Istria, e così, con molta fantasia debbo dire, ad un quadro abbiamo contraccambiato con un altro quadro. Una veduta di Venezia, tanto per restare in tema. L’abbiamo consegnato a Sanda, la direttrice dell’Ufficio turistico di Umago, in pratica la boss della zona. Peripezie qualcuna, come quando il doganiere sloveno ha voluto vedere, e sono cadute per terra le luganeghe che Zlatko Mavric di Medana, sul Collio Sloveno, ci aveva regalato: dopo due o tre minuti di turpiloquio di entrambi, il doganiere fa “Ah beh, sol luganeghe” e “Te pol ndar”. E il quadro non l’ha più badato. Beh, il quadro l’ha dipinto Marcelle Jayè in tempo record, a colori piuttosto tenui per il suo solito.
Nata in Belgio, da padre belga e madre italiana (Veneta). È tornata con mamma Argenide “per rivedere come si sta in Italia”. Marcelle arriva da bimba in Italia nel 1945 e ci resta fino ai 18 anni. Da secoli la radice materna veneta di Marcelle sono tutti artisti. Emigra poi con papà e mamma a Caracas in Venezuela. Il marito ungherese, architetto e professore universitario, progetta l'Ambasciata Venezuelana in Brasilia; la Jayè si butta a capofitto nell’insegnamento artistico, il disegno, la pittura, la scultura e il restauro. Ed è l’unica restauratrice di tutte le "cose" di Simón Bolívar, "El Libertador", la cui figura è il simbolo stesso della liberazione nell'America Latina dal colonialismo spagnolo. Adesso in Italia vuole far conoscer la sua passione per queste due terre. Ha fatto anche dono a Gentilini di un ritratto.
http://www.marcellejaye.com/
TZ Umag
Trgovačka 6
52470 Umag
T. +385 (0)52 741363
F. +385 (0)52 741649
info@istria-umag.com
www.istria-umag.com
Nata in Belgio, da padre belga e madre italiana (Veneta). È tornata con mamma Argenide “per rivedere come si sta in Italia”. Marcelle arriva da bimba in Italia nel 1945 e ci resta fino ai 18 anni. Da secoli la radice materna veneta di Marcelle sono tutti artisti. Emigra poi con papà e mamma a Caracas in Venezuela. Il marito ungherese, architetto e professore universitario, progetta l'Ambasciata Venezuelana in Brasilia; la Jayè si butta a capofitto nell’insegnamento artistico, il disegno, la pittura, la scultura e il restauro. Ed è l’unica restauratrice di tutte le "cose" di Simón Bolívar, "El Libertador", la cui figura è il simbolo stesso della liberazione nell'America Latina dal colonialismo spagnolo. Adesso in Italia vuole far conoscer la sua passione per queste due terre. Ha fatto anche dono a Gentilini di un ritratto.
http://www.marcellejaye.com/
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Trgovačka 6
52470 Umag
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F. +385 (0)52 741649
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domenica 3 gennaio 2010
Lo Società cooperativa Terre del Friuli di Mezzo
E’ stata Fabiola Ferrin, dell’azienda vinicola a Camino al Tagliamento, che ce ne ha parlato. Chissà quante volte ci siamo passati davanti senza notare niente.
“Terre del Friuli di Mezzo” è una cooperativa che nasce nel 2006 per volontà di 12 imprenditori agricoli friulani che hanno inteso così valorizzare le proprie produzioni dando contestualmente impulso al fenomeno delle vendita diretta, formula commerciale di crescente interesse tra i consumatori. Presso il punto vendita della cooperativa viene proposto un paniere di prodotti agricoli e agroalimentari conferiti giornalmente direttamente dai soci. Sempre nell’ambito del punto vendita a breve, grazie anche all’apertura di un ristoro agrituristico, sarà possibile degustare squisiti e genuini spuntini preparati dai soci.
I prodotti in vendita presso il punto vendita della cooperativa:
- Latticini
- Latte crudo
- Salumi
- Prodotti a base di carne
- Verdura fresca di stagione
- Conserve vegetali
- Vino
- Miele
- Granaglie e farine di cereali
- Succhi di frutta
- Olio
Quindi, ecco segnalato un punto vendita di sicura qualità, che promuove l’agricoltura ed i suoi prodotti.
Via Santa Caterina, 82
Pasian di Prato (UD)
telefono: 0432 691380
+39 348 4729059
cell. 348.4729059
http://www.friulidigusto.it/fri/catalogo-aziende.cfm?id_azienda=39&azienda=Societ%C3%A0%20Cooperativa%20Terre%20del%20Friuli%20di%20Mezzo
“Terre del Friuli di Mezzo” è una cooperativa che nasce nel 2006 per volontà di 12 imprenditori agricoli friulani che hanno inteso così valorizzare le proprie produzioni dando contestualmente impulso al fenomeno delle vendita diretta, formula commerciale di crescente interesse tra i consumatori. Presso il punto vendita della cooperativa viene proposto un paniere di prodotti agricoli e agroalimentari conferiti giornalmente direttamente dai soci. Sempre nell’ambito del punto vendita a breve, grazie anche all’apertura di un ristoro agrituristico, sarà possibile degustare squisiti e genuini spuntini preparati dai soci.
I prodotti in vendita presso il punto vendita della cooperativa:
- Latticini
- Latte crudo
- Salumi
- Prodotti a base di carne
- Verdura fresca di stagione
- Conserve vegetali
- Vino
- Miele
- Granaglie e farine di cereali
- Succhi di frutta
- Olio
Quindi, ecco segnalato un punto vendita di sicura qualità, che promuove l’agricoltura ed i suoi prodotti.
Via Santa Caterina, 82
Pasian di Prato (UD)
telefono: 0432 691380
+39 348 4729059
cell. 348.4729059
http://www.friulidigusto.it/fri/catalogo-aziende.cfm?id_azienda=39&azienda=Societ%C3%A0%20Cooperativa%20Terre%20del%20Friuli%20di%20Mezzo
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sabato 2 gennaio 2010
Gian Battista Vendrame, tutto fatto in casa
La sua è una storia interessante, e se vogliamo anche un po’ avventurosa. Per anni è stato dipendente del Caseificio di Mareno di Piave. Sennonché ci fu il primo crollo nelle vendite intorno all’anno 1990.E allora lui fece il rappresentante di formaggi. Nel ’92 ha dato le dimissioni dal Caseificio, e si è messo in proprio, nell’azienda agricola.
Per prima cosa diciamo che lui è nemico dei conservanti e di ogni diavoleria: alle sue vacche lui dà da mangiare per 12 mesi all’anno solo fieno secco, senza l’ombra di farine o integratori. Le mucche danno 20 litri di latte al giorno ognuna, poco per i parametri moderni, ma in compenso non si ammalano perché non sono stressate.
Lui, aiutato dalla moglie e dai figli, tre, comincia a fare il formaggio, ma non è contento. Si fa anche i salami, con animali allevati in casa.
Fin qui tutto abbastanza normale, ma lui decise di farsi il pane fatto in casa, su dei forni a legna. E la gente risponde, perché abbiamo notato una fila di gente che viene da lui, proprio in mezzo alla campagna sulle grave del Piave, anche per quello.
Poi, udite udite, lui si fa il Clinton, perché è l’unico vitigno che resiste alla siccità, cosa non da poco sulle grave. Tra l’altro, lo produce anche passito torchiato. Una rarità: quando fa le sopresse, sono già prenotate, tanto che ognuna ha già l’indirizzo del cliente.
E infine, i figadei, per i foresti sono delle salsicce, con il fegato e l’uvetta…
Az.agricola Vendrame Gian Battista
Via dell’Argine 11
Santa Lucia di Piave
Per prima cosa diciamo che lui è nemico dei conservanti e di ogni diavoleria: alle sue vacche lui dà da mangiare per 12 mesi all’anno solo fieno secco, senza l’ombra di farine o integratori. Le mucche danno 20 litri di latte al giorno ognuna, poco per i parametri moderni, ma in compenso non si ammalano perché non sono stressate.
Lui, aiutato dalla moglie e dai figli, tre, comincia a fare il formaggio, ma non è contento. Si fa anche i salami, con animali allevati in casa.
Fin qui tutto abbastanza normale, ma lui decise di farsi il pane fatto in casa, su dei forni a legna. E la gente risponde, perché abbiamo notato una fila di gente che viene da lui, proprio in mezzo alla campagna sulle grave del Piave, anche per quello.
Poi, udite udite, lui si fa il Clinton, perché è l’unico vitigno che resiste alla siccità, cosa non da poco sulle grave. Tra l’altro, lo produce anche passito torchiato. Una rarità: quando fa le sopresse, sono già prenotate, tanto che ognuna ha già l’indirizzo del cliente.
E infine, i figadei, per i foresti sono delle salsicce, con il fegato e l’uvetta…
Az.agricola Vendrame Gian Battista
Via dell’Argine 11
Santa Lucia di Piave
Miran Sibav, un perfezionista
Siamo andati all’hotel Venko di Neblo, un paese vicini a Dobrovo, per incontrare alcuni produttori del Collio Sloveno, ed abbiamo trovato Miran Sibav.
Egli si definisce come un’azienda tradizionale e riflessiva, nel senso che cura molto il prodotto: è un’azienda familiare, che punta molto sul turismo enologico con le degustazioni, e bisogna dire che ci riesce.
Coltiva i frutteti, ciliegie e pesche, ed i vigneti: su un 70per cento di vini bianchi, il 30 è Ribolla gialla, e poi sauvignon, Pinot bianco e grigio, Tocai. Nulla da eccepire visto il terroir. Il restante 30% è dedicato ai vini rossi, merlot e cabernet.
Il suo pezzo forte è naturalmente la Ribolla, anche passita mediante vendemmia tardiva ed invecchiamento in botte.
Il vino viene venduto dopo circa un anno, per lasciar maturare il prodotto, dai 3 ai 5 giorni, in botte 5 o 6 mesi, a seconda dell’annata.
L’esperto dice, parlando della Ribolla: “Ottimo il profumo all’olfatto, gusto sapido ed asciutto ben equilibrato, morbido pur essendo un vino pieno”.
E gli altri vini sono al’altezza, come il Pinot bianco del 2007 che abbiamo assaggiato.
Miran Šibav - vinar
Neblo 45
5212 Dobrovo
Tel: 05 304 25 87
Fax: 05 395 96 35
GSM: 041 818 163
E-mail: sibav@siol.net
info@vino-sibav.si
http://www.vino-sibav.si/
Egli si definisce come un’azienda tradizionale e riflessiva, nel senso che cura molto il prodotto: è un’azienda familiare, che punta molto sul turismo enologico con le degustazioni, e bisogna dire che ci riesce.
Coltiva i frutteti, ciliegie e pesche, ed i vigneti: su un 70per cento di vini bianchi, il 30 è Ribolla gialla, e poi sauvignon, Pinot bianco e grigio, Tocai. Nulla da eccepire visto il terroir. Il restante 30% è dedicato ai vini rossi, merlot e cabernet.
Il suo pezzo forte è naturalmente la Ribolla, anche passita mediante vendemmia tardiva ed invecchiamento in botte.
Il vino viene venduto dopo circa un anno, per lasciar maturare il prodotto, dai 3 ai 5 giorni, in botte 5 o 6 mesi, a seconda dell’annata.
L’esperto dice, parlando della Ribolla: “Ottimo il profumo all’olfatto, gusto sapido ed asciutto ben equilibrato, morbido pur essendo un vino pieno”.
E gli altri vini sono al’altezza, come il Pinot bianco del 2007 che abbiamo assaggiato.
Miran Šibav - vinar
Neblo 45
5212 Dobrovo
Tel: 05 304 25 87
Fax: 05 395 96 35
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E-mail: sibav@siol.net
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