Il territorio di Avio, per sua natura, è da sempre un'area che basa la sua economia sulle attività agricole e zootecniche. Basta uno sguardo, anche superficiale, a questo tratto di Vallagarina per rendersi immediatamente conto di come la coltura della vite sia il fattore trainante di un'economia che affonda le sue radici in un'antica tradizione.
Attorno alla viticoltura sono nate decine di realtà produttive che si sono sviluppate a partire dal forte retroterra di conoscenze storicamente sedimentate nella cultura materiale del luogo, ma hanno anche saputo applicare con sapienza le più moderne tecniche di trasformazione dei loro prodotti, tanto da raggiungere punte di eccellenza di rilevanza nazionale. Il binomio tradizione e innovazione che caratterizza la produzione vinicola, informa anche il florido settore dell'allevamento: sulle ampie radure del Monte Baldo si è andata sviluppando una significativa realtà dell'alpeggio che trova una simmetrica corrispondenza negli allevamenti più industrializzati del fondovalle. L'economia di Avio risente in maniera significativa anche della presenza dei vicini distretti industriali: la presenza delle grandi infrastrutture di servizio, come il casello dell'A.22; ha favorito la nascita di una rete di piccole e medie aziende che si sono sviluppate nei settori dell'industria, dell'artigianato e del commercio, guadagnando una apprezzata presenza sui mercati grazie a prodotti di qualità. In crescita anche il settore terziario legato allo sviluppo di un turismo culturale e ricreativo, sul modello altoatesino, che si sta velocemente affermando.
Subito dopo la crisi della fillossera, ben presto tutte le vigne furono sostituite con quelle su “piede” americano. Solo nei terreni sabbiosi lungo l’Adige si salvarono delle piante di lambrusco a foglia frastagliata che un tempo si chiamava ambrusca e ora enantio.
Delle viti autoctone che rappresentano un monumento alla viticoltura precedente alla fillossera perché giunte a noi con radici proprie.
Col tempo queste vigne sono state sostituite quasi ovunque, qualche filare esiste ancora, ma solo nella campagna di Avio è possibile trovarne un campo ancora integro e produttivo, quattro lunghe pergole più che centenarie di “enantio storico franco di piede” distese su quasi 7.000 metri quadrati di terreno.
La Cantina sociale di Avio, e la comunità, considerano questo vigneto un patrimonio culturale comune.
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