mercoledì 27 maggio 2009

L'Agriturismo Gatto Giallo, a Monte Gabbione


Un ex amministratore di un gruppo di aziende del nord Italia che una volta in pensione scende da Bergamo a Montegabbione, in Umbria, per aprire un agriturismo; una stalla che diventa un’elegante sala da pranzo; un gatto dal pelo giallastro che prima di scappare per le campagne dell’Alto orvietano ispira i propri padroni – ancora indecisi sul nome che avrebbero dato all’attività di ristorazione – diventando un logo vivente; un piccolo allevamento dove un cinghiale è riuscito prima a intrufolarsi e poi ad accoppiarsi con una scrofa generando una stirpe di mezzi sangue. Tutto questo è Gattogiallo, l’agriturismo di Renato Maver e della moglie Giusi Beretta.
“Fino a un anno fa lavorava con noi anche nostro figlio Alessandro: era lui il cuoco, ma ora se ne è andato, non è facile stare in un piccolo paese quando si è giovani e si è abituati a vivere in città”.
Quando avete inaugurato la vostra attività di ristorazione?
“Nella primavera del 2006. Questo posto prima era un rustico; poi, quando nel 2005 abbiamo acquistato la proprietà dell’immobile, abbiamo deciso di ristrutturarlo e di farne un agriturismo”.
Da Bergamo a Montegabbione, come mai questa scelta?
“All’inizio avevamo cercato anche in Toscana, ma i prezzi erano troppo alti. Sono stati degli amici di queste parti a indirizzarci verso Montegabbione”.
Per quanti coperti è pensata la sala?
“Quaranta in tutto; questo perché abbiamo venti posti letto e per gli agriturismi non si può avere più del doppio di coperti rispetto ai posti letto”.
Ci parli della vostra cucina...
“All’inizio, in particolar modo quando il cuoco era Alessandro, ci eravamo specializzati in piatti di pesce, ma ora ci dedichiamo più a una cucina semplice e tradizionale; abbiamo anche un bel camino per la carne alla griglia e diverse ricette per i polli e i maiali che alleviamo nella nostra proprietà”.
E i dolci?
“Li facciamo noi: crostate, dolci al cioccolato, cantucci, e dolci stagionali”.
Siete anche produttori di vino...
“Sì; dalle nostre vigne, che abbiamo coltivato grazie ai consigli dell’enologo Fabrizio Fimiani, esce un pinot nero che usiamo come vino della casa nel nostro agriturismo: si chiama proprio Gattogiallo, e ne produciamo circa mille litri l’anno. Ma sono solo due anni che vinifichiamo”.
Anche l’olio è di vostra produzione?
“Certamente; ma di quello ne facciamo solo 200 litri. Il 2008 è stata, per il nostro olio, un’ottima annata”.

lunedì 25 maggio 2009

La storia del territorio dagli Etruschi a oggi, passando per i Romani, l’impaludamento e la bonifica


Fabro e Alto Orvietano, una vocazione agricola che viene dal passato
Le tradizioni e l’adattamento all’ambiente: il rapporto degli abitanti con le proprie terre

Non è raro, se ci si aggira per i territori che si estendono lungo e intorno alla valle del Chiani, trovare conchiglie e resti fossili incastonati nelle pareti tufacee, nelle argille, o sepolti nel sottosuolo. Sono antichissimi. Raccontano un passato remoto – Pliocene e Pleistocene - quando tutto era sommerso dalle acque. Almeno due milioni di anni orsono. Nell’età del ferro l’area oggi conosciuta come Alto Orvietano era frequentata dagli antenati degli Etruschi: i Villanoviani, che su queste terre avevano fondato numerosi insediamenti. Dal VII secolo avanti Cristo, e per tutta la durata dell’età etrusco-romana, il Chiani (Clanis) fu un nodo strategico per la viabilità del centro Italia, come testimoniano le tombe e gli oggetti appartenuti agli abitanti di quelle due civiltà, alcuni risalenti al II e al I secolo avanti Cristo, che sono stati ritrovati nel tempo soprattutto nei centri più antichi come Fabro e Carnaiola. Allora, proprio come oggi, le coltivazioni più diffuse erano quelle dell’olivo e della vite, oltre a quella del grano e del farro, a testimonianza di una vocazione naturale dei territori attigui alla Valle del Chiani per quelle che ancora oggi sono due delle produzioni di eccellenza dell’area: olio e vino.
All’inizio del secolo scorso fu ritrovata, nella zona di Fabro, una pietra miliare datata 107 avanti Cristo che segnalava la presenza di un tratto della Via Traiana Nova, che proprio in questo segmento della Valle del Chiani s’incrociava con la Cassia. Questo snodo viario, insieme a quello fluviale del Chiani, di cui i Romani garantivano la navigabilità con opportuni bacini artificiali ed apposite edificazioni di muraglioni, chiuse e sostegni, rendevano la Valle del Chiani un importante corridoio tra Roma e la parte settentrionale del centro Italia. Muro Grosso, nell’area sottostante a Carnaiola, era un’opera idraulica realizzata dai Romani proprio per regolare la navigabilità del Chiani e fu oggetto di studio di Leonardo da Vinci. Fu riadattata a ponte, intorno all’anno Mille - mentre gli Orvietani facevano costruire il castello di Monteleone - e nel corso dei secoli è stato distrutto e ricostruito più volte.
Con il lento abbandono della Cassia e l’interruzione della manutenzione delle opere idrauliche intorno al Chiani l’area diventò pian piano un’immensa palude che convertì l’economia del luogo legandola soprattutto alla pesca. Con la bonifica del territorio, iniziata in modo sistematico solo dal XIX secolo, l’Alto Orvietano acquisirà pian piano la fisionomia odierna. Fabro si colloca in una zona collinare, vicina a un’ampia area boschiva, e in particolare dal parco di Villalba e dal monte Peglia. Il castello fu costruito su una struttura preesistente, una fortificazione di origine romana che serviva a difendere un territorio molto importante dal punto di vista agricolo. Nel Medioevo divenne parte del sistema politico amministrativo del comune d’Orvieto. Tra il ‘400 e il ‘500 fu ristrutturato dalla famiglia Filippeschi. Solo nel 1549 Fabro si dotò di propri statuti.
A partire dal XVI secolo intorno al castello si sviluppò il borgo, con il palazzo comunale attribuito al Calderini – e poi semidistrutto durante la seconda guerra mondiale - e la chiesa parrocchiale.
Piatto tipico del posto è la “torta sotto al foco”, un pane azzimo che viene cotto sotto la brace ardente e che viene ancora oggi riproposto nelle sagre paesane.
Fabro Scalo si è sviluppata negli anni ’30 con la nascita della stazione ferroviaria ed è oggi il centro commerciale e la parte più popolata del Comune. Tra lo scalo e il borgo antico c’è la frazione Colonnetta con il suo centro industriale e fieristico. Fino a due anni fa vi si svolgeva la fiera nazionale Mostra Mercato del Tartufo, oggi allestita a Fabro Scalo. La campagna intorno a Fabro è ricca di tartufi e soprattutto del pregiato tartufo bianco.
A circa un chilometro da Fabro Scalo c’è il piccolo borgo Carnaiola, con il suo castello costruito sulle rovine dell’antica fortificazione romana intorno all’anno Mille. Nel corso del Seicento divenne un palazzo nobiliare, uno dei pochi al di fuori dalle mura della città d’Orvieto. La sua storia è legata alla vita della mistica umbra del ‘200, alla Beata Vanna, alla quale è dedicata una piccola chiesa.
A tutela dei sapori della tradizione, c’è ancora oggi la sagra del “pan col mosto”, tipica pietanza che allietava le tavole degli abitanti durante il periodo della vendemmia.
Il paesaggio che circonda la valle del Chiani, nel territorio dell’Alto Orvietano, è punteggiato di viti e olivi. Sono molte le aziende agricole che si dedicano alla produzione di vini e oli di qualità, come molte sono le singole famiglie che coltivano i propri appezzamenti di terreno per poi trasformare i frutti del loro lavoro in prodotti destinati al consumo familiare.

A Fabro, dal 30 al 31 maggio, si parla di prodotti enogastronomici e identità culturale


GustoFilosofia: la comunicazione al servizio dell’eccellenza
Riflessioni, appunti, idee sulla “tipicità” e sulla valorizzazione del territorio

L’Associazione Internazionale “Azione Borghi Europei” e la Rete d’informazione “L’Italia del Gusto”, con il patrocinio del Comune di Fabro e dell’A.A.D.I. (Associazione Amici dell’Italia), presentano “GustoFilosofia”, una serie d’incontri che si terranno nei giorni 30 e 31 maggio, a Fabro e nei Comuni dell’Alto Orvietano, per riflettere insieme ad amministratori, giornalisti, produttori, ristoratori, anime dell’associazionismo e addetti ai lavori su cosa significhi “Tipicità” e su come si possano valorizzare le risorse locali in armonia con l’identità culturale del territorio.
L’appuntamento con “GustoFilosofia” è per sabato 30 maggio alle ore 11.30, presso l’agriturismo “Gattogiallo” di Montegabbione, con un Giornale Orale a più voci sul tema: “...Tipicità, prodotti tipici… : oltre le mode e i misfatti, cosa c’è per davvero?”.
Nel pomeriggio, alle ore 16.00, Unità Tematiche presso la Tenuta Vitalonga di Ficulle, dove saranno messe a confronto, nel dibattito “…Dalla tipicità all’eccellenza?” le diverse esperienze produttive dei vini autoctoni, dei salumi, della pasta, dei formaggi, dei tartufi e degli oli locali.
La ripresa dei lavori è prevista per il mattino seguente, domenica 31 maggio alle ore 10.00, presso la Sala del Municipio di Fabro, con un incontro sui temi “GustoFilosofia: le concezioni del mondo, le idee che si nascondono dietro le mode della tipicità; dall’identità culturale alla valorizzazione delle risorse locali” e “Comunicazione e Informazione come strumenti di crescita del tessuto produttivo ed economico locale, in tempi di globalizzazione”. A seguire, degustazione di eccellenze locali e conclusione dei lavori.

Enzo Cragnolini, un impegno per il pane


I panificatori del Friuli Venezia Giulia lunedì 21 marzo, hanno costituito un’unica associazione regionale della quale fanno parte, in qualità quali soci fondatori, le quattro organizzazioni provinciali ma anche, quali soci ordinari, i panificatori della regione che saranno invitati ad aderire individualmente e direttamente al nuovo ente, pur conservando la qualifica attuale di soci provinciali.
La nuova struttura, denominata ufficialmente «Associazione regionale panificatori ed operatori dell'arte bianca del Friuli - Venezia Giulia» e , per brevità, «Arte Bianca Friuli Venezia Giulia» , nasce dalla necessità di rafforzare la categoria anche a fronte di una sensibile diminuzione di panifici registrata negli ultimi anni e alla difficoltà crescente di organizzare iniziative a livello esclusivamente provinciale.
Infatti, il nuovo organismo intende creare un nuovo spazio di intervento e discussione che si occupi di tematiche specifiche della panificazione e non di altri settori. In tale ottica, potranno essere organizzati corsi e convegni a carattere formativo ed informativo.
Il documento è stato sottoscritto dai quattro presidenti provinciali Marco Visintin (Gorizia), Antonio Follador (Pordenone), Pierluigi Orlandi (Udine), ed Edvino Jerian (Trieste) e dai dirigenti provinciali Claudio Cozzutti di Gorizia, Enrico Bellotto e Giuseppe Masutti per Pordenone, Francesco Toso ed Enzo Cragnolini per Udine e Roberto Cadenaro per Trieste.
L'Accademia del Pane è la prima iniziativa in Italia orientata alla riproposizione del mestiere della panificazione artigiana in una chiave imprenditoriale moderna, per dare ai panificatori strumenti concreti per affrontare il mercato con schemi produttivi e organizzativi diversi dal passato. Per dirla in breve, l'Accademia del Pane apre in Italia l'era della panificazione moderna."
In Piazza si sono ritrovati il Panificio Pasticceria Armando Berti (Meduna di Livenza, Pravisdomini, Pasiano, e due punti vendita a Motta di Livenza), il panificio di Rorato Ladislao (Motta di Livenza e Annone Veneto), il panificio il Torresin (Motta di Livenza) e il panificio di Enzo Cragnolini di Gemona del Friuli (Cragnolini è consigliere del Gruppo Panificatori della provincia di Udine), che hanno interpretato, tutti insieme, un'unica tipologia di pane.
Quindi,un doppio impegno per Enzo Cragnolini: siamo sicuri che questo migliorerà sicuramente il prodotto sulle nostre tavole.

domenica 24 maggio 2009

Prima Festa del Pane a Motta di Livenza


La Pro Loco di Motta di Livenza e l'Accademia del Pane, in collaborazione con i fornai mottensi, hanno organizzato domenica 24 maggio dall'alba al tramonto, Pane in Piazza, per ricordare che il pane....non è solo acqua, farina lievito e sale.
"L’Accademia del Pane nasce per soddisfare il forte bisogno di rinnovamento della panificazione tradizionale, che soffre oggi di un pericoloso anacronismo rispetto alle esigenze dei consumatori. Il panificatore artigiano rischia di essere sopraffatto dall'offerta di rivendite del pane basate su modelli d'impresa costruiti da esperti del marketing, che partono dalle nuove esigenze del mercato per mettere a punto proposte commerciali accattivanti e incentrate più sul servizio che sul prodotto. Il futuro del panettiere si configura in scenari profondamente diversi dalla realtà odierna, basati su esercizi misti di vendita e somministrazione, che vedono la vendita dei prodotti da forno affiancata al banco del caffè e degli aperitivi, in atmosfere costruite per coinvolgere i consumatori in esperienze multisensoriali fatte di luci, suoni, aromi e materiali utilizzati per gli arredi. L'Accademia del Pane è la prima iniziativa in Italia orientata alla riproposizione del mestiere della panificazione artigiana in una chiave imprenditoriale moderna, per dare ai panificatori strumenti concreti per affrontare il mercato con schemi produttivi e organizzativi diversi dal passato. Per dirla in breve, l'Accademia del Pane apre in Italia l'era della panificazione moderna."
In Piazza si sono ritrovati il Panificio Pasticceria Armando Berti (Meduna di Livenza, Pravisdomini, Pasiano, e due punti vendita a Motta di Livenza), il panificio di Rorato Ladislao (Motta di Livenza e Annone Veneto), il panificio il Torresin (Motta di Livenza) e il panificio di Enzo Cragnolini di Gemona del Friuli (Cragnolini è consigliere del Gruppo Panificatori della provincia di Udine), che hanno interpretato, tutti insieme, un'unica tipologia di pane.
Il pane proposto è stato interpretato con Petra, che è "...la prima di una linea di farine dedicata ai professionisti dell'arte bianca più esigenti, perché è espressione di una cultura molitoria che la famiglia Quaglia ha costruito sulla macinazione a pietra e poi, nel tempo, ha trasferito nella “umanizzazione” della sua tecnologia. Il segreto dell'incisione a mano delle macine di pietra non è andato perduto: anzi la tecnologia moderna permette di ottenere le stesse farine Quaglia del 1921 senza, però, le impurità, i frammenti di insetti ed i peli di roditore tipici della macinazione a pietra. Avete mai provato a spremere la metà di un'arancia ruotandola con le mani attorno ad uno spremiagrumi? Più spremete e meno polpa rimane sul bordo interno dell’arancia, ma più il succo è torbido, perché frammenti di polpa filtrano dal setaccio. E più le maglie del setaccio sono larghe, più frammenti di polpa si mescolano al succo dolce dell'arancia caratterizzandone il gusto. Alla vista il succo di arancia ottenuto da una spremitura più spinta appare meno limpido del succo ottenuto da una spremitura più“dolce", ma com'è facile immaginare, contiene maggiori elementi nutritivi, che altrimenti rimarrebbero legati alla parete interna. E cosa ne direste di una spremuta che contenga anche le parti nobili della buccia dell'arancia? In questo caso avremmo ricostruito l'apporto nutrizionale del frutto intero, mantenendo il bilanciamento tra gli elementi nutritivi presente in natura. Insomma, la nostra bevanda sarebbe veramente "naturale". Proviamo a trasferire questo concetto al chicco di grano: le pareti esterne del chicco contengono fibre e quelle interne contengono proteine e sali minerali preziosi per l'organismo. Una maggiore “spremitura" del chicco durante la macinazione restituisce quindi alla farina maggiori proteine e sali minerali, e un minore scarto di crusca mantiene a livelli ottimali il contenuto di fibre. Partendo da questa elementare considerazione, il Laboratorio, centro di ricerca e formazione di Arte Innovativa degli Alimenti srl, ha messo a punto una farina eccezionale ed unica per apporto nutrizionale, perché ottenuta spingendo il grado di estrazione dal chicco di grano ad una percentuale molto elevata e conservando un adeguato contenuto di fibra. PETRA è una farina di grano tenero che conserva l'equilibrio naturale tra gli elementi nutritivi ed è ideale per la produzione di pani, anche di grande pezzatura, lavorati con tecniche di lievitazione naturale, proprio come quelli di una volta. Pani che si associano perfettamente con gli alimenti di base della dieta mediterranea. "

Caseificio Lia, tra tradizione ed evoluzione


Non pensiate che Massimo Miatto il salumiere abbia perso la Trebisonda ed abbia agito alla sua veneranda età come un giovincello. In realtà si tratta di matrimonio fra i prodotti delle due aziende, tanto che sono arrivati a produrre un articolo singolare, abbinando il formaggio del caseificio col salame di Miatto.
Si tratta di pasta di formaggio latteria che avvolge del salame, tagliato a metà nel senso della lunghezza, stagionato un mese per conferire delicatezza.
Questo prodotto si può tagliare a fettine sottili per farne gustosi panini, oppure più grosse per cucinarle alla piastra.
Non sappiamo ancora il nome di questo figlio della Sinistra Piave. In attesa che i genitori si decidano, è meglio cominciare a mangiarlo. E comunque non si tratta dell0unica prelibatezza del Caseificio Lia.
Abbiamo avuto occasione di visitare la sede di Ormelle, con annesso punto vendita di tutto rispetto, e i due fratelli ci sono subito apparsi come capaci, intraprendenti e per nulla incapaci di affrontare il mercato. Tanto che ormai da un po’ hanno una sede anche a Francenigo, dove anche qui si trovano formaggi tradizionali ed elaborazioni gustose.

sabato 23 maggio 2009

NATURA E SAPORI” DAL 23 AL 24 MAGGIO NELLA RISERVA NATURALE ORIENTATA ROSSOMANNO, GROTTASCURA, BELLIA, IN PROVINCIA DI ENNA


Sdoganare la noia e spazio al divertimento con “Natura e sapori” la manifestazione che si svolgerà dal 23 al 24 maggio, in occasione della 10^ edizione della Settimana Europea dei parchi che si svolgerà nella splendida Riserva Naturale Orientata Rossomanno, Grottascura, Bella, in provincia di Enna. L’iniziativa,promossa dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali,-Ufficio Provinciale di Enna-ente gestore,coniuga la bellezza di luoghi incontaminati dall’eccessiva antropizzazione con la cultura del gusto che ,nella terra di Demetra,è ,ancora oggi all’insegna della genuinità e della tipicità. Si svolgerà infatti la 2^ Mostra Mercato dei prodotti tipici della Provincia di Enna organizzata dall’Ente gestore in collaborazione con la Provincia Regionale di Enna.Ampia l’adesione dei comuni,come quello di Enna, Piazza Armerina ed Aidone e delle associazioni culturali e sportive come l’Associazione Culturale Onlus,”Morsi d’Autore” ,i “Vispi Siciliani” e” Bici Italia” e di categoria con “Coldiretti”, l’”Associazione Regionale allevatori della Sicilia ” ed il “consorzio Provinciale Allevatori Enna” .Ed ancora l’Istituto per l’incremento Ippico per la Sicilia” ed il “distretto Rocca di Cerere Geopark”.
Nella due giorni,la Riserva Naturale Rossomanno,Grottascura Bellia con il fascino delle sue pietre incantate sarà il singolare scenario dove si svolgerà la manifestazione dal ricco e caleidoscopico calendario di appuntamenti che non mancherà di far divertire grandi e bambini per quella che si preannuncia come una grande festa del territorio con il meglio delle sue produzioni,vere nicchie di qualità,tra canti folkloristici,bande musicali come quella del Corpo Forestale, musici e cantastorie per un tuffo nella tradizioni popolari .Ed ancora, nel segno della sicilianità più vera, si potrà visitare la mostra permanente di carretti siciliani e carrozze d’epoca ed assistere alla sfilata dei figuranti del palio dei Normanni,tra le più’antiche manifestazioni medievali in costume nel meridione d’Italia che ogni anno richiama ad agosto,nella città dei mosaici, migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Ed ancora si potrà partecipare all’emozionante momento della liberazione dei rapaci curati nel Centro di recupero della Fauna Selvatica, sito nella Riserva e gestito dalla Lipu, che potrà essere visitato.

Durante la manifestazione si raccoglieranno fondi per aiutare i terremotati della’Abruzzo.
Per informazioni più dettagliate sul programma della manifestazione, visitare il sito:www.boschidisicilia.it.
Info:3382106527/3936209394
www.boschidisicilia.it

La IV Festa del Pane e dei Sapori a Monte Romano, borgo europeo del gusto


Monte Romano (Viterbo), grazie al Patrocinio della locale Pro loco, è entrato a far parte della rete dei Borghi Europei del gusto. La IV Festa del Pane è stata così inserita tra le manifestazioni segnalate dall'Azione InfoCerere, lo speciale circuito che Italia del gusto e l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del gusto hanno creato per il mondo rurale.
"Tutta farina del mio sacco" Food & Music Fest si terrà il 3-4-5 Luglio 2009 a Monte Romano (VT), IV Festa del Pane e dei Buoni Sapori e I Concorso a Premi per Gruppi Musicali Emergenti, grazie alla vivace iniziativa della Pro Loco di Monte Romano.
"Tutta farina del mio sacco" Food & Music Fest (IV Festa del Pane e dei Buoni Sapori e I Concorso a Premi per Gruppi Musicali Emergenti) è riservato a gruppi POP - ROCK (Indie Pop, Indie Electronica, Indie Rock, Punk Rock, Grunge) - SKA - FOLK che si sfideranno a Monte Romano (VT), località collinare nel cuore della Tuscia a pochi chilometri dal mare. L'iscrizione al "Tutta farina del mio sacco" Food & Music Fest è completamente gratuita e scadrà il 13 Giugno 2009. Il concorso musicale si svolgerà nelle giornate di venerdì 3, sabato 4 (eliminatorie) e domenica 5 Luglio 2009 (finale) e vedrà esibirsi un totale di 16 gruppi selezionati.
Avrà luogo nei giorni 3, 4 e 5 Luglio grazie alla vivace iniziativa della Pro Loco di Monte Romano, località collinare in provincia di Viterbo, a pochi chilometri dal mare e centro di antiche tradizioni gastronomiche e culturali. Si mangerà, si suonerà e si darà sfogo al divertimento, dunque, allietati dalle note potenti di giovani promettenti e dalle mani esperte di amabili cuochi.

www.prolocomonteromano.it/

giovedì 21 maggio 2009

La 40ma Festa dei Bisi di Peseggia al via


La manifestazione verrà inserita nelle segnalazioni dell'Azione InfoCerere, il circuito dei Borghi Europei del Gusto rivolto al mondo rurale

Apre per due settimane la 40ma Festa dei Bisi a Peseggia di Scorzè (22-23-24-25 -28-29-30-31 maggio, 1 e 2 giugno). Manifestazioni di ogni genere: sportive, culturali e ricreative coinvolgeranno con gioia e buonumore quanti arriveranno a Peseggia di Scorzè “grazioso e romantico angolo” della Provincia di Venezia, per ritrovare le radici della propria cultura, la bellezza delle tradizioni ed il piacere di stare insieme tra amici. La Festa dei Bisi di Peseggia di Scorzè è organizzata dai volontari della Pro Loco Scorzè.
“La zona tipica di produzione del Biso di Peseggia (pisello di Peseggia) ha il suo centro nell’omonima località in Comune di Scorzè. Tutto il territorio amministrativo comunale, di fatto, è parte della zona tipica; oltre al capoluogo devono quindi essere a pieno titolo comprese anche le località di Gardigiano, Cappella, Rio San Martino.L’ambiente agrario della zona è tra i più fertili e ricchi d’acqua della provincia. Si caratterizza inoltre, dal punto di vista paesaggistico, per la conservazione di un’organizzazione agraria tipica degli ambienti di antica bonifica. Nonostante la forte antropizzazione del territorio permangono siepi e alberature disposte lungo i fossi o a divisione dei campi normalmente di piccole dimensioni, sistemati con baulature centrali e “cavini” ai lati. Il territorio del Comune di Scorze è a pieno titolo inserito nella zona delle risorgive del Sile (come anche per il radicchio di Treviso IGP). Il terreno è di medio impasto profondo e solo in qualche zona marginale caratterizzato dalla presenza di concentrati di carbonato di calcio (caranto); la tessitura in superficie è media e moderatamente fine in profondità. La lavorabilità del suolo è ottima e la fertilità invidiabile, specifica per una coltivazione ad accrescimento rapido come il pisello. La tradizionale disponibilità di buon letame, ora molto meno frequente di un tempo per la drastica riduzione delle stalle tradizionali, ha sicuramente favorito lo svilupparsi di tale coltivazione e inoltre ha contribuito ad arricchire la fertilità del suolo. È coltura tipicamente primaverile di facile realizzazione a condizione di disporre di abbondante manodopera. La coltura sopravvive e, con i noti limiti, rimane vivace soprattutto grazie all’abitudine degli abitanti della zona e dei comuni limitrofi di fare scorta di piselli nella giusta stagione e conservarli nei congelatori familiari; i piselli d’altro canto si prestano particolarmente al congelamento conservando praticamente inalterate, per mesi, le caratteristiche nutrizionali e organolettiche.....
“Grazie Pesegja i to bisi i xe mejo de i to basi” è il motto che da sempre accompagna la manifestazione e la frase che la tradizione del luogo attribuisce a un non meglio identificato doge veneziano e che di fatto, attualmente, rappresenta lo slogan di presentazione e promozionale del prodotto.Il pisello é nutriente come le altre leguminose ma anche rinfrescante e più digeribile. Energetico, favorisce l'attività intestinale, anche se in quantità elevata provoca meteorismo. Particolarmente ricco di proteine e zuccheri. Usato in cosmesi per la cura della pelle fragile e spenta......
Si consuma in zuppe, minestre, paste, frittate, in umido... da solo o in compagnia di altri legumi, può entrare praticamente in ogni piatto a seconda dei gusti. Anche crudo al naturale, o come "Taccola" (speciale tipologia con i semi particolarmente piccoli in cui si consuma in unica soluzione l'intero bacello)."Risi e bisi" di nota e incontestabile tradizione veneta, con le seppie, primaverile incontro con la laguna di Venezia.” (dal sito dell'Assessorato alla Agricoltura della Provincia di Venezia).
La Festa dei bisi di Peseggia è stata inserita tra le manifestazioni da segnalare a livello nazionale dall'Azione InfoCerere,il circuito rivolto al mondo rurale che l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e la rete di informazione l'Italia del Gusto promuovono mettendo in rete
borghi e territori di oltre dieci stati del vecchio continente.
La Festa verrà dunque 'comunicata' attraverso la rete BlogAzzurro (oltre 150 blog e siti di informazione collegati fra loro) e verrà 'visitata', all'interno della iniziativa Grandi Storie di Piccoli Borghi, da una delegazione di giornalisti della rete europea.

martedì 19 maggio 2009

IL COMUNE DI SAN CANZIAN DI ISONZO COMUNICA:


I santi Canzio, Canziano e Canzianilla erano 3 fratelli romani, imparentati con la nobile e potente stirpe degli Anici. Essi, vissuti tra la fine del III e l’inizio del IV secolo, furono educati alla fede cristiana dal loro pedagogo Proto e dovettero fuggire da Roma per l'intensificarsi della persecuzione anticristiana ed arrivarono vicino Aquileia, dove avevano terre e possedimenti.
Trovarono la morte a dodici miglia da Aquileia, appena oltre l'Isonzo, per mano delle guardie inviate dall'Imperatore Diocleziano.

Il sommo poeta sloveno France Prešeren ha scritto nelle sue poesie:“ Quando senza pace mi aggiro intorno furiosamente, gli amici mi domandano: dove?“ Nel frenetico ritmo della vita odierna l'uomo deve ogni tanto fermarsi e ritagliarsi il tempo per gli amici e per stare serenamente in compagnia.

Proprio questo pensiero ci ha guidati nella decisione di organizzare un incontro con Voi, cari amici abitanti dei vari paesi recanti il nome di San Canziano. E quando il tempo è piu adatto se non nella primavera fiorita, quando si festeggiano i santi Canzio, Canziano e Canzianilla? Perciò


sabato 6 giugno 2009


Vi invitiamo nell'accogliente paese di Škocjan vicino a Divača per parlare, alzare i bicchieri e divertirci insieme.

Le adesioni si raccolgono fino al 1 giugno 2009 tramite posta elettronica all'indirizzo jasmina.ivancic@gmail.com oppure telefonando al numero 00386-40-297068 (Franc Ivančič).

Il programma dell'incontro è il seguente:

- ore 9.00-10.00: arrivo degli ospiti (gli autobus parcheggiano a Matavun e gli organizzatori provvedono all'accompagnamento fino al luogo dell'evento a Škocjan);
- ore 10.15: raduno dei rappresentanti dei vari paesi recanti il nome di San Canziano davanti alla tenda;
- ore 10.30: interventi di saluto dell'organizzatore, del sindaco di Divača e dei rappresentanti dei paesi recanti il nome di San Canziano;
- ore 11.00: programma culturale animato dai gruppi culturali locali e dai gruppi ospiti;
- ore 12.00: pranzo durante il quale i rappresentanti dei paesi intervenuti discuteranno del prossimo raduno;
- ore 13.00-16.00: visita delle Grotte di Škocjan e visita guidata dell'itinerario didattico;
- ore 16.00: ballo con musica dal vivo.


Škocjan, il 13 maggio 2009 Per l'Associazione turistica Škocjan
Franc Ivančič

Per il Comune di Divača
Il Sindaco Matija Potokar

mercoledì 6 maggio 2009

La Bioforneria Sambucco al ComCamp di Concordia Sagittaria


La Bioforneria Sambucco è un'azienda certificata biologica che opera nel campo dei prodotti da forno. L'attività di stampo artigianale è suddivisa nella produzione dolciaria e di panetteria. Da varie generazioni la famiglia Sambucco opera nel campo della panificazione, acquisendo sempre maggiore esperienza. Inoltre capì immediatamente il problema della biologicità e lottò per mantenere i prodotti il più naturali possibili. Da qui la scelta di abbracciare la linea della certificazione biologica. L'azienda nata nel 2000, nel restaurato laboratorio sito a Pozzo di Codroipo (Udine), permette a un piccolo gruppo di fornai di lavorare in modo continuo e scrupoloso per migliorare la qualità con un occhio di riguardo alla naturalezza del prodotto. Oggi la Bioforneria è presente sul territorio nelle province di Belluno, Gorizia, Pordenone, Treviso, Trieste e Udine.
Vista l’alta qualità dei suoi prodotti, è stata invitata da Italia del Gusto al 1° ComCamp di Concordia Sagittaria.
In particolare, sono stati offerti dei prodotti, che sono stati gustati al Cortino di Fratta di Portogruaro. Visto il carattere storico-letterario del sito, Gino Sambucco ha lanciato un’idea, quella di creare una delegazione di Italia del Gusto nelle Terre di mezzo.
“Terre di Mezzo”, un nome a metà tra letteratura e sogno che i Comuni di Camino al Tagliamento, Casarsa della Delizia, Codroipo, Colloredo di Monte Albano, Cordovado, Sedegliano e Varmo, con il contributo fondamentale degli assessorati regionali alla cultura e al turismo e della Fondazione Crup, si sono dati per riscoprire e far riscoprire un territorio già amato, vissuto e raccontato da grandi poeti e scrittori come Pier Paolo Pasolini, Ippolito Nievo, David Maria Turoldo, Elio Bartolini, Amedeo Giacomini, Sergio Maldini, Ermes di Colloredo.
L’idea è stata accettata, e diverrà operativa quanto prima.

venerdì 1 maggio 2009

Asparagorgo 2009, una festa che sa presentarsi


Dal 25 aprile al 10 maggio, si tiene a Gorgo di Latisana 'Asparagorgo 2009', promosso dal Comitato Promotore dell'Asparago Bianco e dal Circolo Giovanile Gorgo, con il Patrocinio del comune di Latisana, della provincia di Udine e della Regione FVG.
La festa tradizionale degli asparagi della Bassa Friulana si tiene a Gorgo di Latisana ormai da più di quarant’anni. Grazie a un progetto dell’ERSA, l’acqua calda termale che scorre nel sottosuolo viene utilizzata per accelerare il riscaldamento del terreno e quindi la diffusione delle varietà precoci dell’asparago; questo ha permesso di anticipare l’inizio della manifestazione dal mese di maggio all’ormai tradizionale 25 aprile, giorno di San Marco.
La festa da piccola iniziativa di borgata della prima metà del novecento, allietata dalla fisarmonica, si è trasformata nella più complessa e ricca manifestazione di questi ultimi venti anni.
Da sette anni Asparagorgo prevede anche alcuni eventi per raccogliere fondi in favore dell'AGMEN (Associazione Genitori dei Malati Emopatici Neoplastici del Friuli Venezia Giulia), per lo studio, la cura e l'assistenza dei bambini con tumore presso la clinica pediatrica dell'Università di Trieste-Ospedale infantile Burlo Garofalo, arricchita dalla Serata Medica del 30 aprile nella quale il dott.Tamaro presenterà l'evoluzione della cura dei tumori dei bambini.
Accanto alla marcia non competitiva del 25 aprile, il 'Quarto Mercatino di Primavera' che presenterà i lavori artigianali di mamme nonne e amiche, per poi devolvere il ricavato in beneficenza.
Da non perdere l'inaugurazione ufficiale con degustazione all'insegna di vini e asparagi di sabato 2 maggio alle 18,30, in collaborazione con la rete di informazione l'Italia del Gusto e l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto, reti che uniscono la cultura del territorio e le tradizioni enogastronomiche del mondo contadino. I giornalisti de l'Italia del Gusto hanno anche realizzato un percorso del gusto fra Gorgo e Pertegada, che viene pubblicizzato con una adeguata campagna stampa.
Da non dimenticare poi le attività sportive riservate ai ragazzi dai 6 ai 10 anni con le manifestazioni del 1° e 10 maggio e gli spazi con a disposizione i giochi gonfiabili. Ritorna anche Asparogorgorock in collaborazione con l'Associazione Art Port., musica nu metal e hardcore.